Gonario Carta Brocca

 

 

Allegas e Ditzos
Modi di dire e proverbi

 

Sas pessones, sos animales, sas cosas.
Le persone, gli animali, le cose.


A cando tropu a cando nudda.
A volte troppo, a volte niente.
A cantu curret ocru.
Fin dove arriva lo sguardo.
A cantu rezet pedde.
A crepapelle.
A chie gruspit a chelu li torrat a cara.
A chi sputa in cielo gli ricade sul viso. (la saliva)
A chie non de juchet zudissiu, si nde li ponet.
A chi non sa come comportarsi, insegnaglielo.
A coche papa.
Fatto e mangiato. (strettamente, poveramente)
A culu trisina.
A culo strisciando. (strisciando il culo per terra)
A cussu pè aret atopicau.
Allo stesso piede avesse zoppiccato. (magari somigliasse a lui, magari fosse come lui)
A duru duru tzia Mariola / che l'at padadu su culu su 'entu / ja si l'at fata una bella cassola / cando s'at bidu su maridu tentu.
Balla balla zia Mariola / che il culo il vento le mangiò / e non sapeva proprio cosa fare / quando in catene vide suo marito.
A fachere ‘asi l’ischit peri su molente.
A farlo in quel modo ci riesce anche l’asino. (non si fa in quel modo)
A funes in terra.
Con le funi per terra. (alla pari, subito)
A istracu baratu.
Al ribasso, sottocosto.
A lampaluche.
Controluce.
Acchipudda acchipudda su coro m'atzuntzudda.
Cipolla cipolla il cuore mi sconvolge.
Andat chin chin idda.
Va con lei.
A nde cheres? Si narat a sos malaidos.
Ne vuoi? Si chiede ai malati.
Antia a sa pira e goddi, e torra a terra a collire.
Sali sul pero e cogli, e torna a terra a raccattare. (scioglilingua)
A mala ‘oza s’andat a galera.
Per forza si va in galera.
A oje oto, a cras oto, a eris oto.
Fra una settimana, otto giorni a domani, otto giorni a ieri.
A piachere tù, manica 'e turudda.
Piacer tuo, manico di mestolo. (fai un po' come ti pare)
A pitu 'e corros, chimbe soddos.
Sopra le corna cinque soldi. (dopo le corna il valore cala)
A pruddeda rude be cheret isprone 'e cavalleri.
A puledra indomita, sperone di cavaliere.
A sa bella menzus.
Alla meno peggio.
A sa morte manchet.
Alla morte manchi. (c’è dappertutto, è onnipresente)
A sa sant'arranzati.
Al sant'arrangiati.
A sa 'etzesa s'iscrou.
In vecchiaia la vergogna, il disonore.
A sa vida 'irà.
In abbondanza, a profusione.
A sa sarda.
Alla sarda. (in modo rustico)
A sicunde su truncu s’ascra.
Secondo il tronco la scheggia. (i piccoli somigliano ai grandi)
A s'istrempiau istrempiasìla.
Col matto comportati da matto.
A s'ocrianu su leccuccu.
All'invidioso, buttagli una pietra.
A s'ocru sa sula.
All'occhio la lesina. (perché sovente sbaglia)
A su bonu biidore li mancat su 'inu.
Al buon bevitore manca il vino.
A su malu pacadore, tiracheli su chi podes.
Dal cattivo pagatore, accetta ciò che ti dà.
A su mortorzu falan sos corvos.
Dove c’è morte i corvi si radunano.
A su poveru che li ruet su 'ucone dae 'uca.
Al povero gli cade il boccone di bocca.
A su poveru li tocat a ingurtire chene gana.
Il povero deve inghiottire controvoglia. (deve sempre sopportare)
A ti lu torrare in cambiu, a ti lu torrare in domo, a ti lu torrare in cosas d’allegria.
A buon rendere.
A trimpone.
Smodatamente, senza pensieri.
Aba chin sole, tricu a muntone a domo mia.
Pioggia con sole, mucchi di grano in casa mia.
Allega chin totu. Non ti lasses gaddare dae nessunu.
Sii aperto con tutti. Non farti sopraffare da nessuno.
Alligru che pitau.
Allegro come un picchio.
Amus fatu a cussempru.
Abbiamo fatto a braccio, all'incirca.
Amus fatu a ocru 'e bona bestia.
Abbiamo fatto pressappoco, più o meno.
Andare dae Erodes a Pilatu.
Andare da Erode a Pilato. (senza una meta, senza sapere dove)
Andat boer voes.
È senza pensieri.
Antoni Antoni / su caddu li morit / andande a l'abare / aba 'e mare / aba 'e putu / Antoni cucutu.
Antonio Antonio / il cavallo gli muore / nell'abbeverata / acqua di mare / acqua di pozzo / Antonio cappuccio.
Anue andat custu pilu? / A mare. / fatos a gompare.
Dove va questo capello? / Al mare. / Ora siamo compari. (gomparìa de Puleu)
Apa caente e ridat sa zente.
Che io abbia caldo e rida pure la gente.
A perdonare a cresia.
Per perdonare in chiesa. (io non perdono)
Apo pacau unu soddu po non picare peta 'e molente a coddu.
Ho pagato un soldo per non dover sottostare ad
asini come te.
As aere sos pintos de 'achere.
Avrai le tele da dipingere. (l'affermazione ironica indica il contrario)
Assolumancu su bàtile.
Guarda un po’ che bardaglio (manco fosse un uomo di valore)
Assunessi chie, puru.
Manco fosse qualcuno.
At a esser 'essiu dae culu in fruncu.
Sarà salito dal culo al muso. (forse chi parla è l'autore del peto)
At a essere posta 'ene e chircà male.
Forse è ben messa e cercata male.
At binu malu.
Ha vino cattivo. (l’alcol lo induce a comportarsi male)
At domo chin loza e pendente a daisecus.
Ha la casa col loggiato e una tettoia sul retro.
At fatu a su puntorzu de su 'e Oliana.
Ha fatto come il pungolo di quello di Oliena. (troppo limato)
At mandicau pane 'e sete 'urros.
Ha mangiato pane di sette forni (molto furbo).
At mandicau arranas frintas.
Ha mangiato rane fritte. (si dice di uno che beve molto)
At picau pira po pirastru.
Confuse la pera col perastro. (si sbagliò)
At presu s'ae a libru ca che l'it papande sos anzones.
Ha legato l'aquila col libro, poiché gli stava divorando gli agnelli. (ha fatto la magia)
Ataccat che ozu a pedde.
Attacca come l'olio alla pelle.
Baroniesu, male presu, male ligau, ghetau a terra e iscartarau.
Baroniese, male legato, male allacciato, buttato a terra e crepato.
B’at prus tempus chi non sartitzu.
C’è più tempo che salsiccia.
Be cheret sa passiessia 'e Zobe.
Ci vuole la pazienza di Giobbe.
Bella ses e bene 'ata / ma tenes unu difetu / pissas e caccas su letu / e prudicas sa tramata.
Sei bella ed armoniosa / ma hai un gran difetto / spesso la fai a letto / e rovini il materasso.
Ben'apat s'ora...
Benedetto quel momento, quella decisione.
Bessian che soriche dae tasca.
Spuntavano come topi dalla (tasca).
B'est ca in custa terra b'at locu.
Esiste perché questa terra accoglie tutti. (vale poco)
Be son sos canes presos a sartitzu.
Ci sono I cani legati con la salsiccia. (è il paese di bengodi)
Biadu chie ti 'idet.
Beato chi ti vede.
Biadu su locu.
Beata la terra, la comunità.
Birde mamale.
Verdissimo.
Birde che-i sa marmaredda.
Verde come la malva.
Boborroti boborroti, cuddu chi andat addenote, cuddu chi andat addedie, po ti che papare a tie.
Scarafaggio scarafaggio, quello che gira di notte, quello che gira di giorno, per poterti divorare.
Bolau si ch'est cussu puzone.
Volato se n’è quell’uccello. (quei tempi, ormai, sono lontani)
Bona sorte apat issu.
Abbia egli buona fortuna.
Bonos printzipios e menzus fines.
Buon inizio e migliore fine.
Bonu che-i su pane.
Buono come il pane.
Bonu po tene ti cherias.
Magari fossi utile a te stesso.
Bonu s’unu e menzus s’ateru.
Buono l’uno e meglio l’altro.
Brulla chin paris tuos.
Scherza con i tuoi simili.
Brullas brullas che narat sa veridade.
Scherza scherza dice la verità.
Caderina Caderina / duos cartos de 'arina / duos cartos de papassa / caderina culi bassa.
Caterina Caterina / due quarti (di staio) di farina / due quarti d'uva passa / Caterina dal culo basso.
Calicunu torrat a sa 'icu pissà.
Qualcuno ritorna a mangiare fichi pisciati. (alcuni rivedono le proprie decisioni) Questo modo di dire nasce da un racconto secondo il quale, alcuni ragazzi arrivati in campagna, colsero tutti i fichi di un albero mangiandone a crepapelle e orinando su quelli che rimasero. Non potendo rientrare in paese ed avendo nuovamente fame ripresero in mano i fichi dicendo: questo è stato colpito dall’orina, questo no. Alla fine li mangiarono tutti.
Cand'ipi minoreddu a teteledda / aiamus unu porcu mannalitu / so andau a li tocare su piritu / e m'at tirau una mossa a sa pilledda.
Quand'ero piccolino piccolino / un maiale domestico avevamo / mi avvicinai per toccargli il grugno / e mi diede un morso al pisellino.
Cando s’ainu ch’est mortu ‘e su risu.
Quando l’asino è morto dal ridere. (quando ormai è troppo tardi)
Cando semus bios / colamus rios rios / cando semus mortos / colamus ortos ortos.
Quando siamo vivi / passiamo lungo i rivi / quando siamo morti / passiamo lungo gli orti. (attribuito ad un morto che parla)
Cando t'isposas non ti nd'amentas prus.
Quando ti sposerai, non lo ricorderai più.
Cantu est mannu est tontu.
È tonto quanto è grande.
Cara 'e cane.
Faccia da cane.
Ch’at ingurtiu ‘erru.
Ha inghiottito ferro. (è assuefatto, abituato)
Che-i sos macarrones chene casu.
Come i maccheroni senza formaggio. (insipido, insignificante)
Che l'at a bessire in s'ateru capu.
Si fermerà all'altro capo. (l'affermazione intende il contrario: non ci riuscirà)
Che l'at picau sùlida.
Gli ha preso l’alito.(ormai sa come prenderlo)
Che li son falaos sos piros.
Gli son caduti i pioli. (ha spifferato tutto)
Che ses lanca lanca.
Hai raggiunto l'acme, sei lì per lì.
Che-i cuddu ch'est andau a Roma e no at bistu su papa.
Come colui che andò a Roma e non vide il Papa.
Chene arte nen parte.
Senza esperienza né motivo.
Chene parte nen sorte.
Senza motivo né fortuna.
Chene vista 'e cara.
Col viso stravolto.
Chentu concas, chentu berritas.
Cento teste, cento berrette. (cento concetti discordanti)
Cheret a prantare unu crau in su muru.
Bisogna conficcare un chiodo nel muro. (per ricordare il fatto straordinario)
Cheret zutu che poddiche malaidu.
Bisogna portarlo come dito malato. (bisogna trattarlo con molta delicatezza)
Chie 'inchet azuat.
Chi finisce per primo, aiuterà gli altri.
Chie ti crêt si morzat.
Possa morire colui che ti crede.
Chin sa cara che tela.
Con il viso come la tela. (pallidissimo)
Chissai chie m'at a cochere su pane?
Chissà chi cuocerà il mio pane? (chi mi sposerà)
Chissai ite sorte l'at a zuchere.
Chissà che destino avrà.
Colat pelea peleas.
Vive miseramente.
Comente ‘achen in Bosa.
Come fanno a Bosa. (innantis s’amorat e tando s’isposat)
Comente s’at papau sa purpa, como si papat sos ossos.
Come mangiò la polpa mangi ora le ossa. (Come s’è tenuto la parte migliore, si tenga anche la peggiore)
Como non mi nche nde b'istat prus, si non mi 'aco un'istampu in s'archile.
Ora son proprio sazio, non mi ci sta più niente se non mi faccio un foro nel garretto.
Como semus chillìtos chillìtos: chentu punzos e chentu ispaladas.
Ora siamo proprio pari: cento pugni e cento manate sulle spalle.
Corda 'e caddu cota, de caddu corda cota.
Corda di cavallo cotta, di cavallo corda cotta. (scioglilingua)
Cotu che a Santu Lazaru.
Ubriaco come San Lazzaro.
Cotu che pira.
Ubriaco come una pera.
Cotu che porcu.
Ubriaco come un porco.
Crù viale.
Acerbissimo, molto acerbo, non cotto.
Cuccu bellu in cantare, cantos annos mi lassas a cojuare?
Canta bel cuculo, e dimmi fra quanti anni mi sposerò.
Cuccu bellu 'e chidonza, cantos annos mi lassas a mi nch'andare a monza.
Canta cuculo bello e dimmi fra quanti anni potrò essere suora.
Cuju est.
Chi è.
Culi 'ala.
Diarroico. (spione, che non sa tenere un segreto)
Culi bullau.
Culo bollato. (infantile, bambinone)
Culi pudidu.
Culo fetido. (vigliacco, traditore, inaffidabile)
Culi 'uddia
Culo ardente. (puttanella, ninfomane)
Culu 'e 'aulas
Culo di bugie. (gran bugiardo)
Culu 'e depidos.
Culo di debiti. (grande insolvente)
Culu 'e vissios.
Culo di vizi. (molto viziato)
Culu ‘e 'ideas.
Culo di idee. (incontentabile, intrattabile)
Cussu mi 'ocat a su sole.
Quello mi espone al sole. (mi sputana, mi spoglia)
Custu est su porcu / custu l'at mortu / custu l'at uscrau / custu si che l'at papau / a custu non nde l'an dau, ca at contau.
Questo dito è il maiale, questo lo uccise, questo gli bruciò le setole, questo lo divorò, questo non ebbe niente perché fece la spia.
Dae chie t’irvetas sa luche bides s’iscuru.
Da colui che aspetti la luce vedi le tenebre. (colui che dovrebbe aiutarti ti è contrario)
Dae sant'Antoni a s'uspidale.
Da sant'Antonio all'ospedale. (fra un male e l'altro c'è poca differenza. Il detto viene dal fatto che l'ospedale era adiacente alla chiesa di sant'Antonio).
Dae su chi mi timio non mi so sarvau.
Da ciò che temevo non mi son salvato.
Dia aere cretiu su morrere, ma non ca 'it a cussu puntu.
Avrei creduto di dover morire, ma non che fosse a questo punto.
Donnia die che nde colat una.
Ogni giorno ne passa uno. (il tempo fugge)
Donnia pilu li ridet.
Ogni pelo gli ride. (è raggiante, felice)
Donniunu est mere de sas ideas suas.
Ognuno è padrone delle proprie idee. (vede le cose a modo suo)
Donniunu a domo sua / sa padedda che l'urruat / prena prena 'e macarrones / a mimi su criu a tie su brodu.
Ognuno a casa sua / la pentola gli cada / piena piena di maccheroni / a me la pasta a te la sciacquatura. (si diceva quando si mandavano via i bambini ospiti)
Donniunu juchet sa ruche sua.
Ognuno porta la propria croce.
Donniunu pompiet in domo sua innantis d'allegare d'atere.
Ciascuno controlli in casa propria, prima di parlare degli altri.
Donniunu si 'antat s'acchipudda sua.
Ognuno vanta la propria cipolla. (magnifica le proprie cose)
Donniunu si gratet sas runzas suas.
Ognuno grati le proprie rogne.
Donniunu s'intendet mere in domo sua.
Ognuno si sente padrone a casa sua.
Dromit che mama 'e sonnu.
Dorme come la madre del sonno. (come un ghiro)
Durgali pompa, Oliana pagia.
Dorgali vanità, Oliena Bugie.
Est a biazu s'ovia.
Si muove continuamente, avanti e indietro.
Est a cara 'e culu.
Ha una faccia da culo. (sfacciato)
Est a comente li pendet bertula.
Dipende da come gli pende la bisaccia. (oggi è generoso, domani avaro. Oggi ama, domani odia)
Est a fracadarza 'e suchida.
Puzza di bestiame.
Est a fracu 'e beccu.
Puzza di caprone.
Est a preda ‘e rucadis.
È una pietra di traverso. (intralcio, Scocciatura)
Est a si crepare su sambene debadas.
È farsi cattivo sangue inutilmente.
Est a tocare e a cochere.
Tutto ciò che si tocca scotta. (tutto costosissimo)
Est aba chi ifundet macos.
È acqua che bagna i matti. (pioggia che bagna chi non si ripara)
Est abarrau chin d-unu pramu ‘e nasu.
È rimasto con un palmo di naso. (fregato)
Est andau a caddu e est torrau a pè.
E andato a cavallo ed è tornato a piedi. (ha fallito)
Est arressu in crae.
È fermo in chiave. (è un mucchio d'ossa)
Est bellu che frore.
È bello come un fiore.
Est ben'allegau e male prossediu.
Parla bene ma razzola male.
Est betzu predale.
È vecchio come la pietra. (vecchissimo)
Est biancu che casu.
È bianco come il formaggio.
Est biancu che culu 'e monza.
È bianco come sedere di monaca.
Est boidu che pendente.
È vuoto come una tettoia.
Est bresau, che caddu cònchinu.
È felice come un cavallo matto.
Est buddiu che pissu.
È caldo come il piscio.
Est caente che late.
È tiepido come il latte.
Est caru che focu.
È costoso come il fuoco.
Est che a Tomasu.
È come Tommaso.
Est che-i sa frazia, menzus be siat e non s'imperet.
È come la capelvenere, meglio ci sia e non si usi. (come certe medicine)
Est che-i s’annada mala: nemos la diat cherrer ma la depimus atzetare.
È come la cattiva annata: nessuno la vorrebbe ma bisogna accettarla.
Est che lana tra petenes de petenare.
È come lana fra i pettini per cardare. (costretto, perseguitato)
Est che puzone chi collit granu.
È come un pulcino che becca il grano. (memorizza tutto ciò che sente o che vede)
Est chircande pane menzus de limpidu.
Cerca pane migliore del bianco.
Est comente a li dare una caramella a su porcu.
È come dare una caramella al maiale. (come dare le perle ai porci)
Est comente a pistare aba in su mutarzu.
È come pestare acqua nel mortaio. (inutile)
Est corrudu e fusticau puru.
E cornuto e bastonato.
Est de su parìle 'e su tontu.
E della razza dei tonti.
Est fachende su 'inare che-i s'arga.
Fa i soldi come la spazzatura. (a palate)
Est fachende su mortu Martine.
Fa il morto apposta, fa la sceneggiata.
Est falau in cràdas cùcuras.
È disceso in fretta e furia.
Est fatu e lassau.
È fatto e abbandonato. (sempliciotto)
Est fizu de sa pudda bianca.
È figlio della gallina bianca. (prediletto, speciale)
Est fritu che nie.
È freddissimo, inespressivo, indolente.
Est fritu che-i su marmuru.
È freddo come il marmo.
Est galanu che sienda.
È bello come un tesoro.
Est galu luau.
Est ancora intossicato. (non ha smaltito la sbornia, la mangiata)
Est garriau a tritza.
È stracarico.
Est grae che tronu.
È pesante come il tuono.
Est innossente che anzone.
È innocente come un agnello.
Est istonau che troddiu.
È stonato come un peto.
Est surdu che piccu.
È sordo come una zappa.
Est lanzu che corru.
È magro come il corno.
Est lanzu che terra.
È magro come la terra.
Est lezu che-i su 'amene.
È brutto come la fame.
Est lezu che-i su depidu.
È brutto come il debito.
Est lezu che-i su peccadu.
È brutto come il peccato.
Est lezu che annada mala.
È brutto come la cattiva annata.
Est lezu che-i su diaulu.
E brutto come il diavolo.
Est limbi salìu.
Ha la lingua salata. (è perspicace, premonitore)
Est luchidu che tzicchinu.
È lucido come l'oro zecchino.
Est malu s'unu e peus s'ateru.
Uno è scadente e l'altro peggiore.
Est mannu e ancrudu.
È adulto e sviluppato.
Est merda a gurguzu.
È merda alla gola. (con l'acqua alla gola)
Est naschiu in luna 'ona.
È nato nella luna giusta. (fortunato, sano)
Est netu che oro.
È pulito come l'oro.
Est nudu che fera.
È nudo come una bestia.
Est otza otza.
È pronta al parto
Est picandesi sas terras de su papa.
Sta prendendosi le terre del Papa. (sta espandendosi troppo, si prende troppa libertà)
Est presu che ainu a mola.
È legato come un asino alla macina.
Est pudidu a bentu.
Puzza come una carogna.
Est rutu a costa longa.
È caduto lungo disteso.
Est rutu casiddos imbesse.
È caduto con le spalle per terra.
Est rutu che fasche 'e pedde.
È caduto come un mazzo di pelli.
Est rutu che ficu caricà.
È caduto come un fico maturo.
Est rutu che pira cundia.
È caduto come una pera matura.
Est sa zente chi 'achet sa 'esta.
È la gente che fa la festa.
Est saviu che die.
È saggio come il giorno.
Est sempere che remadore 'e galera.
È sempre come un rematore di galera. (impegnatissimo)
Est semper chircande molas de mazare.
Sta sempre cercando macine da battere. (cercando guai)
Est seriu che anzone
È bravo come un agnello.
Est tirau che pedde in broccu.
È teso come pelle impigliata. (impegnatissimo)
Est un'arca 'e siessia.
È un’arca di scienza, di sapere. (è coltissimo, è un genio)
Est una sia 'e paza.
È una striscia di paglia. (uno che vale poco)
Est un'omine 'onu, non ponet pè a fromica.
È così buono, non ammazzerebbe una formica.
Est unu cane seca 'unes.
E' un cane spezza funi. (uno scavezzacollo, infido)
Est unu lellèi.
È un inetto.
Est unu macu mincrudu.
È un matto cazzuto. (di quelli che ti fregano)
Est unu male imboddiau chin peus.
È un male fasciato di peggio.
Est unu mare de 'aulas.
È un mare di fandonie.
Est unu papa chin s’ocru.
È un mangia con l’occhio. (un ingordo)
Est unu puzone contareddu.
È un uccello raccontatore. (uno spione)
Fachen unu su macu e unu su saviu.
Uno fa il matto ed uno il saggio.
Fachet sa figura de s'assu de bastos.
Fa la figura dell'asso di bastoni. (bruttissima)
Fachet s’istocomo che belludu.
Fa lo stomaco come il velluto. (fa bene)
Fachet su bellu in cara.
Fa il bello quando è presente. (parla alle spalle)
Fachet uricas surdas.
Fa orecchie sorde.(orecchie da mercante)
Falà che-i s'apara de maju.
Appassita, come l'aglio di maggio.
Fassu che a Zuda.
Falso come un Giuda.
Fit suorau pilu pilu.
Era madido di sudore.
Fortza paris.
Forza insieme.
Gasi cheriamus su chi no amus.
Così vorremmo ciò che non abbiamo. (purtroppo è proprio così. Si asserisce una cosa per significarne una differente)
Gasi nd'aret apiu, cantu nde l'ischio.
Potesse non avere male, come io non lo sapevo.
Ghetatilu a imbrastiu.
Spalmatelo pure addosso.
Ghetat umbra e pore.
Infonde ombra e terrore.
Gosi lu cherzo e menzus nono.
Così lo voglio, non in altro modo.
Imbrollu 'atu imbrollu passau.
Raggiro fatto, aggiudicato.
Imbrossinau che ainu a corvos.
Stravaccato come un asino morto.
Incriassa inue si contat.
Con licenza parlando.
In dechere sù.
Con la giusta decenza.
In domo podes tocare totu, foras de sa 'emina.
A casa puoi toccare tutto, all'infuori della moglie.
In d-unu 'acher de ruche.
In un far di croce. (in un istante, in un amen)
In partones de mortu.
Moribondo.
In pedde e in petolu.
In pelle e in cencio. (come uno straccio, in malo modo)
In prus de su dannu sa 'irgonza.
Oltre al danno la vergogna, il disonore.
In s'ala de sa morte, somine si mantenet peri a su 'erru ruju.
Vicino alla morte, l'uomo si avvinghia anche al ferro rovente.
Iscudet sa preda e cuat sa manu.
Lancia la pietra e nasconde la mano.
Iscusas de malu pacadore.
Scuse da insolvente.
Isperta isperta / pili brunda ‘e seda / che coa ‘e pruddeda / che coa ‘e columba / isperta pilibrunda.
Pettina pettina / biondina dai capelli di seta / come una coda di puledra / come una coda di colomba / pettina ragazza bionda.
Ispipillu che tricu.
Vivace, intelligente come il grano. (vivacissimo)
Ispiritu 'e patata.
Spirito di patata, sciocchezza.
Issa ordit e issa tesset.
Lei ordisce e lei tesse. (lei fa la domanda, lei si da la risposta)
Issa maniestat e issa cochet.
Lei fa il taglio dei pani e lei li cuoce. (fa tutto da sola)
Issu che leet sas predas malas.
Egli si trascini le pietre cattive. (con lui periscano tutti i cattivi)
Issu partit e issu leat.
Lui divide e lui sceglie.
Issu si sonat e issu si ballat.
Egli suona ed egli balla.
Ista a sa muda e pissa.
Sta zitto e piscia. (obbedisci)
Istat bene, che mintza a connada.
È perfetto, come pene a cognata.
Istat che lardu in sale.
Sta come il lardo nel sale. (benissimo)
Istat che porcu in lande.
Sta come un porco fra le ghiande. (benissimo)
Istat minzi miminzi.
Resta dicendo: ecco, guardi. (è inconcludente, imbranato)
Isteddu tramudau, porru miu andau.
Stella caduta, porro mio sparito.
Istranza istranza / culi lanza / culi istrinta / istranza linta.
Forestiera forestiera, dal culo magro, dal culo stretto, forestiera leccata.
Ite ispessia si gastat.
Che umore spende. (di che umore è)
Ja che nd'at fatu a caddu e a pè.
Ne ha fatto a cavallo e a piedi. (ne ha combinato fi tutti i colori)
Ja est fizu sù, pintu e lintu.
È proprio suo figlio, dipinto e leccato. (suo figlio sputato)
Ja l'est bessia sa tiliccheta a duas coas.
Incontrò la lucertola a due code. (fortunatissimo)
Ja li picat e zai li passat.
Si arrabbia e si rasserena.
Ja mi l'apo 'età sa manu.
Povero me, che disgrazia.
Ja non paret un'alluta de cassoleta.
Non sembra una fiammata di detonatore. (non è per niente vivace)
Ja ses a frore ja.
Sei proprio un fiore. (l’affermazione significa l’esatto contrario: sei malridotto, folle, non capisci niente)
Ja ses boneddu ja.
Sei proprio bravino. (sei un volpone, una sagoma. In senso ironico si intende il contrario di ciò che si afferma)
Ja si l'at picau su silissiu.
Se l’è preso il cilicio. (era una vera tortura)
Ja son troddios pacaos.
Sono scorregge pagate. (l’impegno, il lavoro è stato pagato molto bene)
Ja ti ch'at corfau su barantoto.
Ti percosse il quarantotto.
Ja ti che l'an chistia s'arraìca.
Te lo ficcarono il ravanello. (sei stato proprio infinocchiato)
Ja ti dechet sa brulla.
Gli scherzi sono il tuo forte. (l'affermazione indica in realtà il suo contrario)
Jeo naro ca che nde l'as a bocare una corria.
Io dico che ne toglierai una correggia. (su qualcosa dovrai cedere)
Juchet preda in s’iscarpa.
Ha una pietra nella scarpa. (non è sincero)
Juchet sas trassas de marzane.
Ha la scaltrezza della volpe.
Juchet una limba chi pistat sa zente che-i su linu.
Ha una lingua che pesta le persone come il lino. (è una lingua lunga, sparla di tutti)
Juchet una limba chi secat purpa e ossu.
Ha una lingua che taglia polpa e osso. (taglientissima)
L'an irghelau che cane dae cresia.
L'hanno scacciato come un cane dalla chiesa.
L’an postu sos pes intro un’iscarpa.
Gli misero i piedi dentro una scarpa. (lo obbligarono)
L'at che-i sa pipia 'e s'ocru.
Lo tiene come la pupilla. (in grande considerazione, carissimo)
L'at dau una surra che fizu 'e malasorte.
Lo ha picchiato come figlio di sventura. (come un tamburo)
L'est falau su 'utzu ladu.
Fu colpito dalla goccia larga. (ritardato)
L'at fatu brulla 'e sero.
Gli ha fatto un brutto scherzo.
L'at picau 'aula po 'eru.
Lo ha fregato, raccontandogli false verità.
L'at postu cunnu e lettu.
Dalla moglie ha avuto sesso e denaro.
L'est torrau su drobalu.
Gli è ricomparsa la pancia, si è saziato.
L’intrat in d-un’urica e l’essit in s’atera.
Gli entra da un orecchio e gli esce dall’altro. (non ascolta)
L'iscàtzan ca in donnia locu si caccat s'andala.
Lo scacciano perché ovunque caga il sentiero. (si fa odiare da tutti)
Linna d'ozastru, maridu mastru.
Legno d'olivastro, marito mastro.
Linna 'e aliderru, maridu bellu.
Legno di fillirea, marito bello.
Linna 'e chessa, maridu chi pessat.
Legno di lentisco, marito attento.
Linna 'e lidone maridu mandrone.
Legno di corbezzolo, marito fannullone.
Linna 'e tenniperu, maridu miseru.
Legno di ginepro, marito inetto.
Linna 'e tiria maridu chi briat.
Legno di ginestra marito attaccabrighe.
Lis an fatu su culu che trieddarzos.
Han fatto loro un culo da cornamusari. (han dato dato loro una battosta memorabile)
Lu son campande che porcu pei secau.
Lo stanno campando come un porco dal piede rotto. (come un parassita)
Lu juchen a ditzu.
Questa cosa è diventata un proverbio. (viene nominato spesso)
Lu juchen che merda in poddiches.
Lo trattano come merda sulle mani. (malissimo)
Lu juchen che recchìllia.
Lo trattano come una reliquia.
Lu juchen che peta pudida.
Lo trattano come carne putrida.
Lu timen a frea.
Lo temono come la febbre.
Lu timo che-i sa caentura.
Lo temo come la febbre.
Lumenau siat e non perdiu.
Sia nominato e non dimenticato.
Malu che cane.
Cattivo come il cane. (furbacchione)
Maria Maria / sa pudda li criat / in fundu 'e su letu / a portale apertu / a portale cunzau / Maria at caccau.
Maria Maria / la gallina fa l'uovo /sotto il letto / col portone aperto / col portone chiuso / Maria ha cagato.
Maria Murichessa , su chi 'achet pessat.
Maria Murichessa, ciò che fa pensa.
Maria pica / petorri sica / petorri sanca / a domo tua che torres a un'anca.
Maria Ghiandaia / dal petto secco /dal petto asciutto / a casa tua ritorna sciancata.
Maritzòla maritzòla, bae a Casteddu e batumi un'aneddu, un'intreu unu secau, maritzola barandau.
Coccinella coccinella, vai e Cagliari e portami un anello, uno intero ed uno rotto, coccinella barandau.
Marzane ja est in runda.
La volpe fa la ronda.
Marzane no est solu.
La volpe non è la sola. (furbacchiona)
M'at dau s'impannu longu.
Mi ha dato il contentino.
M'at dau zeniu.
M'è piaciuto.
M'at tuponau in culu e in fruncu.
Mi ha tappato culo e muso. ( mi ha zittito nel modo più assoluto)
Menzus maridu malu chi non nudda / po no istare chene cojuare / sa die chi non cheret travallare / mundat su locu e mi collit sas puddas.
Meglio marito mediocre che niente / giusto per stare in compagnia / il giorno che non vuole lavorare / spazza per terra e bada alle galline.
Menzus morzat muzere chi non caddu / ca su caddu mi costat su 'inare / sa muzere la poto cuperare.
Meglio muoia la moglie che il cavallo / poiché il cavallo costa / mentre una moglie la posso ritrovare.
Menzus si morzat sa menzus bitella / chi non si morzat sa pitzinna bella / ca sa pitzinna nos la cojuamus / e sa bitella nos che la papamus.
Meglio muoia la pingue vitella / e viva sempre la bambina bella / la bella bimba noi la sposeremo / e la vitella ce la mangeremo.
Mi 'achet sa conca a brodu.
Mi fa la testa a brodo. (mi fa impazzire)
Mi cherio de male neta, comente so neta de aere 'atu su chi ses narande.
Possa io essere di male pura, così come sono innocente delle cose che tu dici.
Mi 'etat sa bertula.
Mi mette la bisaccia sulle spalle. (mi manda a mendicare, mi rovina)
Mi nde paret male, nde li paret male.
Mi offendo, si offende.
Mi ponet unu pramu 'e lardu.
Mi mette un palmo di lardo, mi fa ingrassare di un palmo. (mi soddisfa moltissimo, sono proprio contento)
Mintziu siat su lumenau.
Penetrato sia il suddetto.
Mischinu su cane ca est chin sos butones in foras.
Poverino il cane perché ha i testicoli al vento.
Mortu bos che seis bois / mortu si ch'est su molente / e che semus arrumbaos / chene bestia e chene zente.
Morto siete voi / e morto è anche l'asino / e noi siamo rimasti / senza bestia e senza gente.
Nde ‘achet una frita una caente.
Ne fa una calda e una fredda. (incostante)
Nde cheriamus in su chelu.
Magari ne avessimo anche nel cielo.
Nen bistu, nen fatu, nen cussizau.
Né visto, né fatto, né consigliato. (omertà assoluta)
Nen tanti nen tanti.
Né tanto né tanto. (non esageriamo)
No at aba in brocca.
Non ha acqua in brocca. (povero fra i poveri)
No at intendere su tricu naschinde.
Non sentirà il grano che spunta. (sente poco)
No at lassau nen birde nen sicu.
Non lasciò né verde né secco. (non lasciò nulla)
No at nen domo nen casiddu.
Non ha casa né bugno. (poverissimo)
No at nen nàschida nen pàschida.
Non ha nascita né pascolo. (non ha né origine né educazione)
No at unu sisinu de 'acher ballare unu gobbo.
Non ha un soldo da far ballare un gobbo.
Non b’at ghite li collire a pannutzu.
Non c’è niente di interessante.
No est bonu ne a crù ne a cotu.
Non è buono, non serve, né cotto, né crudo, né ubriaco, né sobrio
No est linna de ‘achere santos.
Non è legno da scolpire santi. (è una persona malvagia)
No est mancu morte d'omine.
Non è mica una morte d'uomo. (non è grave)
No est pane de ‘acher ostias.
Non è pane da ostie. (malvagio,disonesto)
No istat ne in chelu ne in terra.
Non sta né in cielo né in terra.
No l’apo mortu sos boes in s’istalla.
Non gli ho ammazzato i buoi nella stalla. (non l’ho offeso in modo grave)
No li 'acat pesu su 'e lu lumenare.
Non gli nuoca il nominarlo.
No lu pacat oro.
Non lo paga oro. ( non c’è ricchezza che possa pagarlo)
No lu poto istocomare.
Non posso sopportarlo.
No lu poto prus, ne a cucuru ne a rasu.
Non lo sopporto più, in nessun modo.
Non bastat su tapulu a s'iscorriu.
Il rattoppo non copre lo strappo.
Non b'at caddu chi non torrat a runzinu.
Non c'è cavallo che non diventi ronzino.
Non b’at ghite prender in pannutzu.
Non c’è niente di importante. (è un’inezia)
Non b'esistit peus pena / de cosire in aragànzu / de coperre' in cunnu lanzu / de caminare in s'arena.
Non esiste peggior pena / di cucire sul vecchiume / di chiavare in figa secca / di camminare sulla sabbia.
Non d'apo s'anima in corpus.
Non ho l'anima in corpo. (non sono per niente convinto)
Non facas de conca che-i su maimone.
Non ondeggiare come lo spauracchio. (usa la lingua)
Non fachet nen de manos nen de pes.
Non muove né mani né piedi. (immobile, inetto)
Non m'at torrau ne arvore nen frutu.
Non mi ha ridato né albero né frutto. (né prestito, né interessi)
Non m'est benniu a boza.
Non mi è venuto a voglia. (non l'ho fatto apposta)
Non mi demozat tantu su travallu, cantu su pessamentu.
Non mi abbatte tanto il lavoro, quanto la preoccupazione.
Non narat nen boh nen bah.
Non dice niente, non è né carne né pesce.
Non si ch'est bistu lompiu.
Non vedeva l’ora di arrivarci. (aveva molta fretta. Il significato è contrario all'affermazione. Non aveva nessuna fretta.)
Non si secat de canes.
Non è di razza canina. (non è egoista, non difende le cose coi denti, suole largheggiare)
Nos acatan che fizos de miseru
Ci trovano come figli di padre inetto. (abbandonati, denutriti, miseramente)
Ocros de 'atu, curremi ifatu intas a su ponte.
Occhi di gatto, vienimi dietro fino al ponte.
Ocros de Billallu cotu.
Occhi di Biagio ubriaco.
Ocros de crapa morta.
Occhi di capra morta.
Oh ca ti si pintat!
Certo, certamente.
Ohi ohi / mortu mannoi / mortu e interrau / ite m'at lassau / unu 'oe iscorrau / ite m'at azuntu / unu sacu pertuntu / in intro 'e su sacu / unu porcheddu macu / in intro 'e su porcheddu / unu moro nieddu / in intro 'e su moro / un'iscarpita 'e oro / in intro 'e s'iscarpita / una taula iscrita / in intro 'e sa taula / totu naramus faula.
Ohi ohi / il nonno è morto / morto e sotterrato / cosa mi ha lasciato / unu bue scornato / cosa mi aggiunse / un sacco forato / dentro il sacco / un porcellino matto / dentro il porcellino / un moro nero nero / dentro il moro / una scarpetta d'oro / dentro la scarpetta / un'incisa tavoletta / dentro la tavoletta / tutti quanti mentiamo.
O 'izu 'onu o 'izu mortu.
Se non è un buon figlio, meglio morto.
O lu 'achen a santu o lu 'achen a macu.
O diventerà un santo, oppure un matto.
O si morit omine o s'iscorrat boe.
O muore un uomo, o un bue si scorna.
Ora po ora no l'apo.
In questo momento non ce l'ho.
Oro massissu ma no est issu.
Oro massiccio, anzi, metallo.
Pacu ite b'ifundere poddiche as aere.
Avrai poco da bagnare il dito. (avrai poco da intrufolarti)
Pacu sorte at apiu in sa vida sua.
Nella vita è stato poco fortunato.
Pappa chin s'ocru.
Mangia con l’occhio. (mangia per ingordigia)
Paret dolau a cana,
Sembra rifinito con la roncola. (grossolano)
Paret ca totu li depen e nessunu lu pacat.
Sembra che tutti gli debbano qualcosa e nessuno lo paga. (è di pessimo umore)
Paret lavau in set’abas.
Pare lavato in sette acque. (scolorito, fiacco)
Paret lintu dae su 'oe.
Sembra leccato dal bue. (ben pettinato, lisciato)
Paret marzane in mesu sas puddas.
Pare una volpe nel pollaio.
Paret una crapa iscorrà.
Pare una capra scornata. (Scoordinato)
Paret unu caddu ‘e rennu.
Pare un cavallo del regno, dei carabinieri. (ben messo, grasso)
Paret unu colovru tatau d'arranas.
Sembra una serpe ingozzata di rane. (tutto deformato)
Paret un'ispinniu de corvai.
Pare una carcassa lasciata dal corvo.
Paret unu porcu presu a chitu.
Sembra un maiale con la cintura. (obeso)
Peus pr'eddu.
Peggio per lui.
Picatila in Napoli.
Vai a qual paese.
Picatila in ue si l'at picà sa pudda.
Pigliatela dove se l’è presa la gallina. (in culo)
Pituli pituli istadea / mama tua in sa cradea / babu tù in su zumpeddu / pituli pituli pituleddu.
Pizzica pizzica la bilancia / la tua mamma sulla sedia / il tuo babbo sullo sgabello / pipizzica pizzica pizzicotto.
Piulu pè / catola e pè / pè e catola / no amus pedde / no amus sola / de ti cartare / l'as a zucher / l'as a portare / intas a sanare.
Povero piede / ciabatta e piede / piede e ciabatta / non abbiamo pelle / non abbiamo suola / per le tue scarpe / (la tua bua) la porterai / la manterrai / fino alla guarigione.
Po 'izos gosi, b'est su tanti de nde torrare a aere.
Per figli simili, meglio averne di nuovi.
Pompiat a culatzos d'ocru.
Guarda con la coda dell’occhio.
Podes zirare a monte ‘Ardia, ma a issu no lu ziras.
Puoi convincere il Monte Bardia ma non lui.
(Povertade e bonu more) It’amus a chenare muzeredda? / Tipuleddas a cullera! / E poite son a cullera? / Ca non fit de sobru s’ozu, che las apo ispitziccàs totu a gorteddu, caru marideddu.
(Povertà e buonumore) Cos’abbiamo per cena mogliettina? / Frittelle al cucchiaio. / perché sono al cucchiaio? Non mi è bastato l’olio, le ho dovute staccare col coltello, caro maritino.
Pranghende a loru longu.
Piangendo senza posa.
Pranghende a sungurtu.
Singhiozzando.
Pranghende che-i sa Madalena.
Piangendo come la Maddalena. (sconsolatamente)
Prima misera, secunda macarrone, tertza vari vari, cuarta minestrone, cuinta munninnos frintos.
(scuole elementari) Prima misera, seconda maccherone, terza cenere, quarta minestrone, quinta micini fritti.
Proantzulu che-i su pè de sa crapa.
Azzardoso come il piede caprino.
Punghet che ghespa terranza.
Punge come vespa terricola.
Ruju che frascu.
Rosso come una brocca.
Ruju che pè de cuccu.
Rosso come il piede del gufo.
Sa dimanda est litzida, sa risposta est unu dovere.
La domanda è sempre legittima, la risposta è un dovere.
Sa conca sana cheriamus.
La testa sana volevamo. (magari fossimo saggi, equilibrati, non folli)
Sa fortuna de Predu Durante.
La fortuna di Predu Durante. (fortuna piccolissima, che non serve a niente)
Sa 'irgonza prus manna: a chenare a pane de imprestu.
Il disonore più grande: cenare con del pane prestato.
Sa morte est a caddu.
La morte è a cavallo. (la morte si fa sentire)
Sa morte non mirat a chie.
La morte non guarda in viso nessuno.
Sa morte si mi collat...
La morte possa agguantarmi.
Sa parte la dat dae su porcu ‘e Mantoi.
I regali li fa dal maiale altrui.
Sa peus linna de su carru, cussa tirriat.
Il ramo, la scheggia peggiore del carro, quella stride.
S'afocat in d-unu pramu de aba.
Affoga in un palmo d’acqua. (soccombe alla prima difficoltà)
Salude e femina rude.
Salute e donna non domata.
Salude e bida.
Salute e vita lunga.
Salude cheriamus.
Ci basterebbe la salute.
Sanu che pische.
Sano come un pesce.
S'anima sua l'at a ischire.
L'anima sua lo saprà. (lo sa solo lui)
S'an partiu su cuile a piros.
Si son divisi l'ovile a pioli. (divisione travagliata)
S'at fatu s'imbilicu a rosa.
S'è fatto l'ombelico come una rosa. (mangiato a crepapelle)
Sarvamentu inue si contat.
Salvazione dove si racconta.
Sas paraulas ferin che balla.
Le parole feriscono come le pallottole.
Semus a pedde a pedde.
Siamo pelle a pelle. (in perfetta parità)
Semus batos cossas: duas sas mias e duas sas suas.
Siamo quattro cosce: due le mie e due le sue. (Non siamo proprio parenti. locuzione ironica per intendere altro che non corrisponde all’affermazione)
Serralu serra / palas a terra / palas a muru/ su soriche in culu / a si che lu papare.
Segalo sega / le spalle per terra / le spalle al muro, il topo nel culo / sta per divorarlo.
Si amus apiu de 'inare cantu amus de vissios...
Magari avessimo i soldi, così come abbiamo i vizi.
Si andat a mare no acatat aba.
Se va al mare non trova l’acqua. (non trova mai niente)
Si che li son bolaos sos bufurarzos.
Gli son volati via i passeri. (è impazzito)
S'est negau che tzispa.
Ha negato come unu pene.
S'est torrau in coas.
È tornato indietro. (ci ha ripensato, ha rinnegato tutto)
Si l'an apiu puntu no l'at apiu 'essiu 'utzu 'e sambene.
Se l'avessere pugnalato, non avrebbe neppure sanguinato. (molto sconvolto)
Si l'an papau canes e corvos.
È stato divorato da cani e da corvi.
Si l'an partiu che bonos frades.
L'anno diviso da buoni fratelli. (equamente, pacificamente)
Si l'at bista tra pilu e berrita.
Se l’è vista fra pelo e berretta. (l'ha scampata per il rotto della cuffia)
Si l’at torrau in su propiu pratu.
Glielo rese nello stesso piatto. (gli rese pan per focaccia)
Si lis regalan ambidda, si pranden bene chin idda.
Se regalan loro anguille, pranzan bene con esse.
Si lu ‘etan dae pala in coddu.
Se lo buttano dalla scapola alla spalla. (fanno allo scarica barile)
Si mi nch'est colau che-i su 'eranu a s'ainu.
M'è fuggito il tempo, come la primavera all'asino.
Si no est bonu po maridu at a esser bonu po copertore.
Se non è l'ideale per marito, lo sarà come coperchio. (per salvare le apparenze)
Si non faches a bonu mi 'ustas sos aneddos.
Se non fai da bravo, assaggerai i miei anelli. (ti picchio.)
Si non faches a bonu ti dao ite ti gastare in turrones.
Se non fai da bravo ti darò i soldi per i torroni. (una mancia di manrovesci)
Si non mi ‘anto jeo, malos bichinos apo.
Se non mi vanto io, ho pessimi vicini.
Si non si cheriat sonau, non s'esseret fatu càmpana.
Se non voleva essere suonato, non doveva farsi campana.
Si non mi cheren dare sa mama mi dian sa ‘iza.
Se non vogliono darmi la madre mi diano la figlia.
Si son bennios a pare.
Si sono messi d'accordo, incontrati.
Si tirat una mossa 'e paza.
Si da un morso di paglia. (si incensa, si vanta)
So arrumbau pastinau.
Sono rimasto piantato. (di sasso, di stucco)
Soe prenu che ou.
Sono pieno come un uovo.
Solu che fera.
Solo come un animale. (solo come un cane)
Son a binchidas de pare.
Sono sempre in competizione.
Son che-i sas berveches, a n-ue andat una andan totu.
Sono come le pecore, dove va uno vanno tutti quanti.
Son che-i su cane e che-i su porcu.
Sono come il cane ed il porco. (litigano continuamente)
Son coro e frissura.
Sono cuore e corata. (stanno sempre insieme, sono molto legati)
Son semper a coddu corona.
Stanno sempre a braccetto.
Son semper a troddia cropà.
Sono sempre fianco a fianco. (sono inseparabili)
Son tiraminche ca ti che tiro.
Sono tirami che ti tiro. (sono equivalenti)
Suet dae duos crapicos.
Poppa da due capezzoli.
Su cane 'e su tzirculu.
Sei come il cane del circo. (chi sta continuamente a zonzo.)
Su catzeddu 'e santu Roche.
Ecco il cagnetto di san Rocco. (chi viene dietro)
Su chi li fringhet li fringhet.
Ciò che gli duole gli duole.
Su chi no li pesat li 'alat.
Ciò che non gli pesa gli piomba addosso. (ciò che non paga in un modo paga nell'altro)
Su chi non sutzedit in chent’annos sutzedit in d-unu mementu.
Ciò che non succede in cento anni succede in un istante.
Su dillu gambedda, su dillu gambedda / sas ancas mias non zuchen purpedda / si l'at papada sa terra niedda.
Il ballo gambedda il ballo gambedda / le mie gambe non hanno più carne / la divorò l'oscurissima terra. (attribuito ad uno scheletro che parla)
Su poddicheddu / su 'e s'aneddu / su 'e su deidale / su conta 'inare / su matza priucu.
Il mignolo, l'anulare, quello del ditale, quello che conta i soldi, l'amazza pidocchi.
Su saludu non si negat a nemos.
Il saluto non si nega a nessuno.
Su tapulu est peus de s’iscorriu.
Il rimedio è peggio del male.
Su ‘umu andat a sas bellas.
Il fumo è attratto dalle donne belle.
Tai tai / man’e lai / man’e bonu / pitzinnu ‘onu.
Passino passino / con la mia mano / resti in piedi / bravo bambino.
Tamatedda tamatedda / m'ane dau una catzedda / e no ischio 'ite li ponner / petzi Maria Coedda.
Pomodoro pomodoro / mi dettero una cagnetta / non sapevo come chiamarla / solo Maria Codina.
Tene che amenta, garria che murta, madura che chidonza.
Attecchisci come la menta, produci come il mirto, ingrossa come la cotogna (augurio di quando si metteva a dimora una piantina).
Teteru che ferru 'e sula.
Rigido come ferro di lesina.
Ti lu conto a tie, ma chi non l'iscat mancu su liminarzu de sa 'enna.
Lo racconto a te, ma che non lo sappia neppure il limitare di casa.
Torrache su casu ca t'an bistu.
Rimetti a posto il maltolto, ti hanno visto.
Tristu che annada mala.
Triste come cattiva annata.
Tristu chie naschit in luna mala.
Disgraziato chi nasce in luna cattiva. (sotto cattivi auspici)
Tristu chie naschit in mal’astru.
Disgraziato chi nasce sotto cattiva stella.
Tristu 'e tene.
Povero te.
Tristu mannu e nieddu.
Triste grande e nero. (mogio mogio)
Tzi' a mi lu dais su pedicoccone / mancari siat unu pacu in ritardu / ca non so pedinde nen sartitzu nen lardu / ma petzi cosa de s'afussione. / Ch'est dau. / Su culu marteddau / e postu in sa 'urredda e fatu a chisinedda.
Zia me lo date il Pedicoccone / anche se sono un pochino in ritardo / non sto chiedendo né salsiccia né lardo / ma solo cose di questa festa. / Già dato. / Il culo martellato / e messo nel fornello / e trasformato in cenere.
Tristu su locu.
Povero quel posto, quel luogo.
Tumba bebecche / non nd'apo necche / necche non nd'apo / mi nche lu papo.
Incorna pecorella / io non ho colpa / colpa io non ho / ora lo divoro.
Ufrau che dindu.
Gonfio come un tacchino.
Una 'orta donnia morte 'e papa.
Una volta ogni morte di Papa. (ogni tanto, raramente)
Unu contu est a lu narrere, ateru a lu ‘acher.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Unu contu unu contu / unu preide iscontzu / un'ateru acontzau / su contu contau.
Un racconto un racconto / un prete spretato / un altro consacrato / racconto raccontato.
Uri, nduri, nderi, ganteri, ganticcu, unu piccu, un'arrana, pisana, memecche e son decche.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci.
Veramente ja est una cota de pane chi li mancat, cando su maridu est zelosu.
La cosa più grave non è la mancanza del pane, ma la gelosia del marito.
Ziratilu a coidales.
Giratelo ai gomiti. (non imputare gli altri delle tue colpe)


Sa divinidade
La divinità


Aba a terra Sennore.
Dacci acqua Signore.
Aba ‘e grassias.
Acqua provvidenziale.
A chie travallat Deu l'azuat.
Chi lavora ha l'aiuto di Dio.
A Deus e a issu.
A Dio e a lui. (faccia come gli pare, sia fatta la sua volontà)
A morrer tocat a Deu.
Dispensare la morte tocca a Dio.
Arcu 'e chelu / tramudachelu / a s'atera banda / Deu cumandat / cumandat Deu / santu Mateu / Santu Nicola / dami sa manu / e bae imbonora.
Arcobaleno / trasferiscilo / all'altra parte / Dio comanda / comanda Dio / San Matteo / San Nicola / dammi la mano / e vai in buonora.
A s’omine ‘ustau Deu l’azuat.
L’uomo che ha già fatto colazione ha l’aiuto di Dio.
At torrau contos a Deu.
Ha reso i conti al Creatore. (è morto)
Azuati ca Deus t’azuat
Aiutati che Dio ti aiuta.
Beneitu ti siat.
Che ti sia benedetto.
Beneitu ti siat che-i su late chi t'at dau mama tua.
Ti sia benedetto come il latte che ti diede tua madre.
Beru, comente est beru ca b'est Deu in su chelu.
Vero, come è vero Dio.
Biadu s’omine chi isperat in Deu.
Beato l’uomo che spera in Dio.
Boche de populu boche de Deu.
Voce di popolo voce di Dio.
Che a Deu chi non si li cuat nudda.
Come Dio al quale nulla si nasconde.
Che-i sa manu 'e Deu.
Come la mano di Dio. (meravigliosamente)
Cheret a lu picare chin fide.
Bisogna prenderlo con fede.
Ch'est in sa santa groria.
È nella santa gloria.
Chie at a Deus in favore non timet dolore.
Chi ha Dio in favore non teme il dolore.
Chie chircat a Deu acatat recreu.
Chi cerca Dio trova consolazione.
Chin s'azudu de Deu ja si superat totu.
Con l'aiuto di Dio si supera ogni ostacolo.
Chin s’azudu ‘e Deu totu podimus.
Con l’aiuto di Dio tutto possiamo.
Cosa acatà Deu l’at mandà.
Cosa trovata Dio l’ha mandata.
Deu bos beneicat, in granu e in ispica.
Dio vi benedica in grano e spiga. (quantità e qualità)
Deu bos nde diat profetu.
Dio ve ne renda merito.
Deu l'apat in groria.
Dio l'abbia in gloria.
Deu lu pèrdonet.
Dio lo perdoni.
Deu lu vardet.
Dio lo guardi, lo benedica.
Deu nde guardet de poveru irricchiu.
Dio ci salvi da povero arricchito.
Deu nde 'ozat bene.
Ci sia Dio benevolo. (speriamo bene)
Deu no nd'at criau, chi non d'at cossolau.
Dio non ne ha creato che non abbia consolato.
Deu non pacat deretu, pacat cando cheret.
Dio non paga subito, paga quando vuole.
Deu ti diat luche e connoschimentu.
Dio ti dia luce e discernimento.
Deu ti lu pachet.
Dio ti ricompensi.
Deu ti pachet sos passos.
Dio paghi i tuoi passi.
Deus cherzat.
Dio lo voglia.
Deus dat e Deus leat.
Dio dà e Dio prende.
Deus no at mere.
Dio non ha padrone.
Deus sarvet.
Dio ci salvi.
Deus t'azuet.
Dio ti aiuti.
Deus ti vardet dae atera dirgrassia.
Dio ti protegga da altre sciagure.
Donnia cosa ‘enit a fine, foras de sa paraula ‘e Deu.
Ogni cosa finisce ad eccezione della parola di Dio.
Dreu meu 'e sa ruche.
Dio mio della croce.
Dreu meu 'e su chelu.
Dio mio del cielo.
Est a ponner a pare a Deu chin su cuccu.
E come paragonare Dio con il cucco.
Est una pessone in grassia 'e Deu.
È una persona in grazia di Dio. (come si deve)
Grassias a Deu.
Grazie a Dio.
Innantis est Deu e tando sos santos.
Prima Dio e poi i santi.
In lumen de su Babu, de su 'Izu e de s'Ispideru Santu.
In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
In sa santa groria.
Nella santa gloria.
In su chelu che lucat.
Nel cielo rifulga.
In su chelu che siat.
Nel cielo egli sia.
Laudau siat e serviu su Sennore.
Osannato sia e servito il Signore.
Male mi 'acat Deu.
Possa Dio farmi male.
Mama 'e su chelu.
Madre del cielo.
Menzus ubidire a Deu chi no a sos omines.
Meglio ubbidire a Dio che agli uomini.
Nemos est solu si at fide.
Nessuno è solo se ha la fede.
Nen chin macos, nen chin santos, nemos brullet.
Né coi matti né coi santi nessuno scherzi.
Non b'at che a Deu chi l'at a ischire.
Non c'è che Dio che può sapere.
Non bozat Deu.
Dio non voglia.
Non ruet foza chi Deu non bozat.
Non cade foglia che Dio non voglia.
Non torres malas grassias a Deu.
Non essere ingrato con Dio.
Nostra Sennora bella.
Nostra Signora bella.
Oddeu! Tot'assuconau mi soe.
Oddio! Mi sono spaventato.
Po more 'e Deu siat, e po sas animas de su prugatoriu.
Sia per l'amore di Dio e per le anime del purgatorio.
Podet prus Deu chi non chent'omines.
Può più Dio che cento uomini.
S’anima a Deu sa carre a sa terra.
L’anima a Dio il corpo alla terra.
S'anzelu 'e sa guardia.
L'angelo custode.
Sa die 'e Santa Luchia, donnia murta est crompia.
Il giorno di Santa Lucia, tutto il mirto è maturo.
Sa die 'e Sant'Istene, donnia murta 'achet bene.
Il giorno di Santo Stefano, ogni mirto fa bene.
Sa morte l’at timia intas Deu.
La morte la temette anche Dio.
Sa ruche si juchet intas a su Calvariu.
La croce si porta fino al calvario.
Santa 'Arvara 'e sos campos, nos liberet de tronos e de lampos.
Santa Barbara dei campi, ci liberi dei tuoni e dei lampi.
Sant'Antoni 'e su 'ocu.
Sant'Antonio del fuoco.
Sant'Elene reina / bocaemilu a campu / ca bos faco unu mantu / de seda broccadina.
Sant'Elena regina / trovatemelo voi / e vi farò un mantello / di serico broccato.
Si cheret Deu.
Se Dio vuole.
Si Deu non cheret sos santos non poden.
Se Dio non vuole i santi non possono.
Su chi Deus sarvet.
Da ciò ci salvi Dio.
Su 'ite 'achere l'at chin Nonnora e chin su coro 'e Zesussu.
La sua operosità la svolge con Nonnora e col cuore di Gesù.
Su Sennore 'e su chelu.
Il signore del cielo.
Su Sennore ferit e sanat.
Il Signore ferisce e guarisce.
Su travallu de coro aggradat a Deu.
Il lavoro fatto con il cuore è gradito a Dio.
Totu at a esser su chi cheret Deu, in manos suas semus.
Sarà quel che Dio vorrà, siamo nelle sue mani.
Zesu est semper Zesu / e passa in mesu / e bide e lassa / e lauda e passa / e miserere nobis.
Gesù e ancora Gesù / e passa in mezzo / e vedi e lascia / e lauda e passa / et miserere nobis.
Zesussu, Zosepe, Maria.
Gesù, Giuseppe, Maria.


Sa saviesa
La saggezza

Aba aba, binu ‘inu.
Acqua per acqua e vino per vino. (in modo chiaro, limpido, o vero o falso)
Aba chin bentu annada ‘e sarmentu.
Acqua e vento annata di sarmento.
Aba colà non zirat mulinu.
Acqua passata non gira il mulino.
Aba e focu a nessunu si negat.
Acqua e fuoco a nessuno si nega.
Aba a su melone e binu a su macarrone.
Acqua al melone e vino al maccherone.
Achina acra binu crù.
Uva acerba vino aspro.
Aprile at mortu sa mama a fritu.
Aprile uccise di freddo la madre.
Amoradores cheren frores.
Gli innamorati vogliono fiori.
Amore e tussu non si poden cuare.
Amore e tosse non si possono nascondere.
At fatu a su puddericu ‘e s’ainu.
Ha fatto come il puledro dell’asino. (bello da piccolo, brutto da grande)
Atenta barca non seches remu.
Stai attenta barca a non spezzare il remo.
Azuati po t'azuare.
Aiutati se vuoi aiuto.
Azuati tue, chen'ispetare s'azudu de sos ateros.
Aiutati senza aspettare l'aiuto degli altri.
A banda dae n-ue secan linna e apresu a n-ue secan peta.
Alla larga da dove spaccano legna e vicini dove tagliano carne.
A bintichimbe 'e martu / antiat cuccu a palatu. / A bintichimbe 'e aprile / sos surdos l'an a ischire.
Il venticinque di marzo / inizia il cuculo a cantare. / il venticinque di aprile / anche i sordi lo sanno.
A borta a borta mazan boe.
Una volta per uno.
A bortas che ruet innantis su pupu chi non sa ‘icu.
Talvolta cade prima il fico maturo che quello acerbo. (muoiono prima i giovani che i vecchi)
A caddu chi curret non servit s’isprone.
Per il cavallo che corre non serve lo sperone.
A caddu donau non si mirat su 'intinu.
A caval donato non si guarda il manto.
A caddu 'etzu fune noa.
A cavallo vecchio, fune nuova. (stai più attento)
A caddu fresau sa sedda li tocat.
Al cavallo inquieto, la sella lo tormenta.
A caddu lanzu musca meda.
Al cavallo magro molte mosche.
A chie at siendas, amicos li suprit.
All’uomo ricco si prensentano tanti amici.
A chie est amicu s’istima li durat.
Al vero amico l’amore dura.
A chie pedit non si nde li dat.
A chi chiede non sarà dato.
A contu male 'atu si be li torrat.
Il conto fatto male, si può sempre correggere.
A coro malu ispassiatìla.
Quando sei triste divertiti.
A faina 'ona non be cheret presse.
Per fare le cose bene non ci vuole fretta.
A femina mala omine lezu.
A donna cattiva uomo brutto.
A inditos s'acatat peri Roma.
Con le indicazioni si trova anche Roma.
A luche de candela, nen femina nen tela.
A lume di candela, né donna né stoffa.
A mala 'oza s'andat a galera.
Per forza si va in galera.
A marzane l'impedit sa coa.
La coda evidenzia la volpe.
A mossa 'e cane pilu 'e cane.
Morso di cane pelo di cane. (la stessa fonte del male come cura)
A ocru a ocru si che morit su 'ocu.
Il fuoco si spegne se aspettiamo l'altro.
A pacare e a morrer b'at sempere tempus.
Per pagare e per morire c'è sempre tempo.
A paraulas macas, uricas surdas.
A parole insensate, orecchie sorde.
A passu a passu si cumentzat donnia faina.
Col primo passo si inizia ogni cosa.
A paza sola s’amasetat su caddu.
Con la sola paglia si ammansisce il cavallo.
A puzone 'e vida no li nochet pipìda.
A uccello di vita non nuoce pipita. (se deve vivere, non c'è malattia che nuoca)
A sa coa l'an dau sa paca de su 'oe domau.
Alla fine gli dettero la paga del bue domato.
A s'arvore rutu donnia tiru li ruet.
L'albero caduto attira tutti i colpi.
A sicunde su letu s'istenden sos pes.
Secondo il letto si stendono i piedi.
A soddu a soddu si ‘achet s’iscudu.
Con un soldo per volta si arriva allo scudo.
A su 'eri 'eri intas su 'erru perit.
A furia di colpire, anche il ferro cede.
A su mal’assortiu no li mancat pena.
Allo sfortunato non mancano le pene.
A su punzu cunzau, nen b'intrat nen b'essit.
Nel pugno chiuso, niente entra o esce.
A su topu s'ispina.
Tutte le spine pungono lo zoppo.
A unu a unu si 'achet su muntone.
Un po' per volta si innalzano i mucchi.
Balet prus su zeniu chi non sa bellesa.
Vale più la simpatia della bellezza.
Bator ocros biden prus de duos.
Quattro occhi vedono più di due.
B'at prus uricas in mata, chi non lepores in campu.
Ci sono più orecchie nascoste che lepri in bella vista.
Biadu chie azunghet a pitu de su chi at.
Beato chi accresce i propri averi.
Biadu chie iscaddat dae palas anzenas.
Beato colui che impara a spese altrui.
Binu 'onu intas a feche.
Il vino buono lo è fino alla fine.
Brente prena ballat, non bestire nou.
Dà più gioia la pancia piena che l'abito nuovo.
Bona chin Nonnora mala cuchinadora.
Buona in chiesa pessima in cucina.
Bucone partiu non rupit brente.
Boccone diviso non buca la pancia.
Bucone partiu bene godiu.
Boccone diviso ben goduto.
Bulleta 'età, bulleta pacà.
Bolletta emessa, bolletta pagata.
Caddu 'e cumone nen fune nen crapistu.
Cavallo in comune, né fune né cavezza.
Cando b’at famene intas su lande paret castanza.
Cando c’è la fame anche la ghianda pare castagna.
Cando proet ifundet a totu.
Quando piove bagna tutti. (l’abbondanza o la carestia vengono per tutti)
Cando su 'entu tirat, bisonzat de 'entulare.
Se il vento è in favore, bisogna approfittarne.
Cane chi apeddat mosset pacu.
Can che abbaia non morde
Cane imbitzau a crapa intas a morte si nd’at.
Cane abituato alla capra ne avrà fino alla morte.
Cane pressosa, catzeddos aurtios.
Cagna frettolosa, cuccioli abortiti. (la fretta rovina l'opera)
Cantu prus t'incurvas, prus su culu ti che 'iden.
Più ti chini, più il culo ti vedono. (più dai, più ti spogliano)
Carchi 'orta cheret peri a ghetare a palas.
Talvolta bisogna anche gettare alle spalle. (saper perdonare, dimenticare)
Carrasecare assutu pasca ifusta.
Carnevale asciutto, Pasqua bagnata.
Chene ‘inare non si cantat missa.
Senza soldi non si canta messa.
Chie andat chin cane pulicosu, ch'essit pulicosu e mesu.
Chi bazzica con cane pulcioso, sarà pulcioso e mezzo.
Chie asiu at, in s'umbra caccat.
Chi ha tempo, caga all'ombra.
Chie at arte at parte.
Chi ha arte ha potere.
Chie at cumpanzu at mere.
Chi ha compagno ha padrone.
Chie at ferru fachet bigas.
Chi ha ferro forgia bighe.
Chie at pane non zuchet dentes.
Chi ha pane non ha denti.
Chie at santos in corte, non morit de mala morte.
Chi ha santi in corte, non muore di mala morte.
Chie at tanca at banca.
Chi ha terreni ha ricchezza.
Chie at tempus no irvetet tempus.
Chi ha tempo non aspetti tempo.
Chie befe ‘achet in befe ruet.
Chi deride sarà deriso..
Chie bene cumentzat est a metade opera.
Chi ben comincia è a metà dell’opera.
Chie bene prendet, menzus isorvet.
Chi lega bene, scioglierà meglio.
Chie bene sestat menzus cosit.
Chi bene taglia meglio cuce.
Chie bivet in su mundu, s’adatet a su mundu.
Chi vive nel mondo al mondo si adatti.
Chie cantat in mesa o in letu, o est macu o est fertu.
Chi canta a tavola o a letto, o è matto o è mentecatto.
Chie cheret istima non niat veridade.
Chi vuole stima non racconti la verità.
Chie chircat acatat.
Chi cerca trova.
Chie dromit a pitzinnu pranghet a betzu.
Chi dorme da giovane piange da vecchio.
Chie est cuntentu est riccu.
Chi è contento è ricco.
Chie est curtzu ‘e pessone ‘est curtzu ‘e cundissione.
Chi è corto di persona è corto di condizione. (chi ha poca educazione è gretto nell’operare)
Chie est iscaddau dae s’aba caente, timet peri sa frita.
Chi è scottato dall’acqua calda, teme anche la fredda.
Chie est piliesse, pacu ‘alet chi messet.
Il mietere è inutile per lo stolto.
Chie est saviu meda, allegat pacu.
Il saggio parla poco.
Chie est zelosu morit corrudu.
Chi è geloso morirà cornuto.
Chie fachet faina fachet faddina.
Chi fa cose belle fa anche errori.
Chie iscurtat in canales, intendet sos suos males.
Chi ascolta di nascosto, sentirà cose sgradite.
Chie issecus istat o perdet o conchistat.
Chi sta per ultimo o ci perde o ci guadagna.
Chie la cheret crua e chie la cheret cota.
Chi la vuole cruda chi la vuole cotta. (le opinioni differiscono)
Chie mandat malu missu, menzus andet issu.
Meglio andare di persona che mandare un cattivo messo.
Chie manizat su mele si nde linghet sos poddiches.
Chi maneggia il miele si lecca le dita.
Chie minispressiat comporat.
Chi disprezza compra.
Chie morit tatau e chie a ispioncos.
Chi muore sazio e chi di inedia.
Chie narat su chi cheret, intendet su chi non cheret.
Chi dice ciò che vuole, sentirà anche ciò che non vuole.
Chie no arriscat non piscat.
Chi non rischia non pesca. (chi non risica non rosica)
Chie no at gana ‘e ‘acher, milli iscusas at prontas.
Chi non vuole lavorare, mille scuse ha pronte.
Chi no at mai irballau no est naschiu.
Chi non ha mai sbagliato non è mai nato.
Chie no est bonu pr’eddu no est bonu mancu po atere.
Chi non vale per sé non vale nemmeno per gli altri.
Chie no ifundet culu, non papat piscadu.
Chi non bagna il culo, non mangerà pesce.
Chie no intendet a paraulas no intendet mancu a corfos.
Chi non ascolta le parole non teme neppure i colpi.
Chie no istat bene si ziret su costazu.
Chi non sta bene cambi posizione.
Chie non balet a teracu, non balet mancu a mere.
Chi non sa fare il servo, non sa fare neppure il padrone.
Chie non cheret ballare no andet a festa.
Chi non vuole ballare non vada alla festa.
Chie non contipizat s'anzenu, non contipizat mancu su sù.
Chi non cura i beni altrui, non cura neppure i propri.
Chie non narat faula, su zustu s'amentat.
Chi non racconta frottole, ricorda la verità.
Chie non podet menzus chin sa muzere si corcat.
Chi non ha di meglio con la moglie dorme.
Chie non podet messare ispicat.
Chi non può mietere spigolerà.
Chie non timet no est omine.
Chi non teme non è uomo.
Chie non trampat non campat.
Chi non inganna non vive.
Chie non travallat chin sa conca travallat chin sos pes.
Chi non lavora con la testa lavora con i piedi. (pensandoci prima si risparmiano tanti viaggi)
Chie non travallat a pitzinnu pranghet a betzu.
Chi da giovane non lavora da vecchio piangerà.
Chie pendet e chie atrempat.
Chi scende e chi sale.
Chie picat amaretu non picat maricosu.
Chi prende l'amaretto, non prende la meringa.
Chie prus at prus cheret.
Chi più ha più vuole.
Chie prus bidet, prus dissimulat.
Chi più capisce, più perdona.
Chie risu 'achet, in risu 'enit.
Chi disonora, sarà disonorato.
Chie semenat bene incrapistat mannucros.
Chi semina bene, lega covoni.
Chie semenat ispinas no andet iscurtu.
Chi semina spine non cammini scalzo.
Chie servat cando at, papat cando cheret.
Chi conserva quando ha, mangia quando vuole.
Chie sêt a caddu est suzetu a che ruere.
Chi monta a cavallo è soggetto alle cadute.
Chie si fidat de teracu, a teracu torrat.
Chi si fida del servo, servo ridiventa.
Chie si toddet su sonnu non si toddet su ‘amene.
Chi si sazia di sonno non si sazia di pane.
Chie timet si sarvat.
Chi teme si salva.
Chie tucat currende, ch'arribat a passu.
Chi parte veloce arriva piano.
Chircande unu crau si podet acatare unu tzou.
Cercando un chiodo si può trovare una borchia. (cercando una cosa se ne può trovare un'altra)
Chiriasa e pruna, prantand'una.
Ciliegio e susino, piantane uno solo.
Coidadu fachet domo.
Operosità edifica casa.
Comente medis t’an a medire.
Come misuri sarai misurato. (come giudichi sarai giudicato)
Contu 'onu a cumentzu torrat.
Buon racconto all’inizio ritorna. (si parla sempre di ciò che più ci preme)
Cosa furà non fachet domo.
Le cose rubate non arricchiscono.
Cosa chi non si ‘idet non s’ispatzat.
Cosa che non si vede non si vende.
Cosa chi s'usat, totu s'iscusat.
Se è cosa che si usa, volentieri si scusa.
Cosa de narrer e de non crêre.
Cosa da dire e da non credere. (incredibile)
Cotu o non cotu, su 'ocu l'at bistu.
Cotto o non cotto, nel fuoco c'è stato.
Cufroma sa dimanda sa risposta.
Secondo la domanda la risposta.
Cufroma s'anca si 'etat su passu.
A misura della gamba si fa il passo.
Cufroma sa naschida sa paschida.
L’educazione rispecchia la provenienza.
Culu e tempus, non si cumandan.
Culo e tempo non si comandano.
Dae n-ue non b'at, non b'essit.
Dal nulla nulla esce.
Dae su nudda non si ‘achet nudda.
Dal niente non si fa niente.
De badas non si dane mancu sos catzotos.
Senza motivo non si danno neppure le sberle.
De macheine e poesia donniunu at sa parte sua.
Di follia e poesia ognuno ha la propria parte.
Deus sarvet d’eba vissiosa e muzere imbriaca.
Dio ci salvi da cavalla ribelle e moglie ubriaca.
Dinare cambiau, dinare ispesu.
Banconota cambiata, banconota spesa.
Dolore ispinghet boche.
Il dolore spinge le parole.
Donnia cosa a su tempus sù.
Ogni cosa nel giusto tempo.
Donnia culu sulat, donnia anima 'ulat.
Ogni culo soffia, ogni anima brama.
Donnia ingurtu est inimicu de su sidiu.
Ogni sorso e nemico della sete.
Donnia nudu lompet a su petene.
Tutti i nodi vengono al pettine.
Donnia prominta est depidu.
Ogni promessa è debito.
Donnia rosa juchet ispina.
Ogni rosa ha le spine.
Donnia salamu finit in groria.
Ogni salmo termina in gloria.
Donnia tumbulada a su poddiche malaidu.
Ogni botta al dito malato.
Donnia ‘ucone est inimicu de su ‘amene.
Ogni boccone è nemico della fame.
Fache 'ene e non mires a chie.
Fai il bene senza guardare a chi.
Faina ‘ata dinare irvetat.
Cosa fatta denaro aspetta.
Faina de note, risu de die.
Cosa fatta di notte, obbrobrio di giorno.
Femina ispeta, corriata.
Donna scarna, coriacea.
Femina risulana o est maca o est vana.
Donna sorridente o è matta o è vanitosa.
Fizos minores fastizos minores, fizos mannos fastizos mannos.
Figli piccoli fastidi piccoli, figli grandi fastidi grandi.
Fizu de 'atu, soriche tenet.
Figlio di gatto, topo acchiappa. (tale padre, tale figlio)
Focu 'atu, peta nussiat.
Fuoco fatto, carne annuncia.
Gratare e mandicare totu est a cumentzare.
Per grattare e mangiare basta solo cominciare.
Impara s'arte e ponela a parte.
Impara l'arte e mettila da parte.
Impresses e bene no andan impare.
In fretta e bene non vanno insieme.
In cumbriccolas e festas, si connoschen sas testas.
In combriccole e feste, si conoscono le teste.
In donnia ‘emina b’at bellesa in donni’omine bonesa.
In ogni donna c’è bellezza in ogni uomo bontà.
In donnia locu be nd’at bonos e malos.
Ovunque ci sono i buoni e i cattivi.
In pedde anzena corrias largas.
In pelle altrui, stringhe larghe. (coi beni altrui si suole largheggiare)
In pesu e in misura, intas s'anima 'urat.
In peso e in misura, anche l'anima bara.
In primu su mare siat salìu.
Prima il mare sia salato. (non c’è da meravigliarsi, niente di più probabile)
In su bisonzu si connoschen sos amicos.
Nel bisogno si conoscono gli amici.
In tempus de prama e de juncu, su sonnu a untzas.
Nella stagione delle palme e dei giunchi il sonno a once. (non stare a poltrire)
In terra 'e tzegos, biadu chie juchet un'ocru.
In terra di ciechi, beato chi è orbo.
Innantis sa camisa chi non su zipone.
Prima la camicia e dopo il corpetto. (In ordine)
In su naschire e in su morrere, semus totu che pare.
Nella nascita e nella morte siamo tutti uguali.
Inue b'at fumu b'at orrostu.
Dove c'è fumo c'è arrosto.
Inue b'at ossu, si tràdulat canes.
Dove ci sono ossa, vivacchiano i cani.
Inue non cheret unu, non brian duos.
Dove uno non vuole, due non litigano.
Ispantan prus ocros chi non manos.
Scoraggia meno il fare che il pensare.
Ispidu fatu peta nussiat.
Spiedo fatto carne annuncia.
Late istizonau recotu lanzu.
Latte scremato ricotta magra.
Lestru papande lestru travallande.
Veloce mangiando veloce lavorando.
Male 'e medas, acunnortu 'e macos.
Mal comune, gaudio degli stolti.
Male 'enniu bene jutu.
Disgrazia arrivata, con pazienza portata.
Males anzenos, dolores pacos.
I mali altrui danno pochi dolori.
Malu est a essere malu, peus a essere connotu.
È male essere cattivo, peggio essere riconosciuto come tale.
Mancau s'ortulanu, adios s'ortu.
Partito l'ortolano, l'orto muore.
Manu frisca coro caente.
Mani fredde cuore caldo.
Maridu iscontzat domo, fizu iscantat coro.
Il marito sfascia la famiglia, il figlio schianta il cuore.
Maridu pistrincu, muzere 'urùnca.
Marito avaro, moglie ladruncola. (se il marito non dà, la moglie se lo prende)
Marzane perdet su pilu ma non sas trassas.
La volpe perde il pelo ma non l’astuzia.
Meichina e zustissia, tristu chie las chircat.
Medicina e giustizia, sventurato chi le cerca.
Menzus a colare in su caminu 'onu chi no in su malu.
Meglio andare sulla retta via che sulla strada del male.
Menzus a dare chi no a pedire.
Meglio dare che chiedere.
Menzus a dare iscudu a mastru chi non soddu a dischente.
Meglio dare uno scudo al maestro che un soldo all’apprendista.
Menzus a furriare dae s'aba bassa.
Meglio ripensarci all'inizio.
Menzus aiunu biu chi non caddu mortu.
Meglio asino vivo che cavallo morto.
Menzus dolore 'e oro chi non de coro.
Meglio dolore di patrimonio che dolore d'affetto.
Menzus fachelu tardu chi non mai.
Meglio tardi che mai.
Menzus pedi cunnu a savia, chi non pane a maca.
Meglio chiedi sesso a una donna sensata che pane a una matta.
Menzus terra chene pane chi non terra chene zustissia.
Meglio terra senza pane che terra senza giustizia.
Menzus unu bonu amicu chi no unu malu parente.
Meglio un buon amico che un cattivo parente.
Merenda ispetat chena.
Il pranzo presuppone la cena.
Mola chi non si fricat, non be nd'at.
Macina senza attrito non ne esiste.
Morte ‘e matzone salude d’anzone.
Morte della volpe salute dell’agnello.
Morte iscontzat cumone.
La morte mette fine all’unione.
Morte iscontzat e morte acontzat.
Morte scompone e morte ricompone.
Morte 'ona, cucuzura.
Buona morte, accettala.
Mortu chene prantu non si che nd'andat.
Un morto senza compianto non esiste. (ad ogni azione corrisponde una risposta)
Muzere bella, maridu corrudu.
Moglie carina, marito cornuto.
Muzere manna, ondra 'e maridu.
Moglie grande onor di marito.
Natura curret ma non cuaddu.
Corre più la natura che il cavallo.
Natura 'inchet ma non nudrinzu.
La natura vince sull'educazione.
Ne in mesa ne in letu, non be cheret rispetu.
A tavola e a letto non ci vuole rispetto.
Neche o non neche nde pranghet berveche.
Colpevole o meno il capro espiatorio pagherà.
Nessunu naschit imparau.
Nessuno nasce istruito.
Nessunu niat de cust'aba non bio.
Nessuno dica non berrò mai quest'acqua. (non farò mai questa cosa)
No est donnia die pasca.
Non è tutti i giorni pasqua. (non succede spesso).
Non b'at che-i su tempus chi domat a totu.
Non c'è che il tempo per ammaestrare tutti.
Non b'at pacu chi non bastat, nen meda chi non si ch'accabat.
Non c'è poco che basti né tanto che non debba finire.
Non be nd'at furcone prus mannu 'e 'urru.
Non c'è attizzatoio più grande del forno.
Non be nd'at lavonzu chi che lavat sos depidos.
Non c'è lavaggio che lavi anche i debiti.
Non be nd'at pane menzus de tricu.
Non esiste pane migliore di quello bianco.
Non be nd’at pedde chen’izare.
Non c’è pelle senza inguine.
Non brulleis chin su vari vari.
Non scherzate con la cenere tiepida.
Non nias trinta chene 'etare a sacu.
Non dire trenta senza mettere nel sacco. (non farti padrone senza prima possedere)
Non si lumenat funes in domo de s’apicau.
Non si parla di funi in casa dell’impiccato.
Non si morit po 'etzesa si non ca ch'at sas dies accabàs.
Non si muore per vecchiaia ma quando i giorni son finiti.
Non si morit po maladia, ma cando ch'est su pane papau.
Non si muore per malattia ma quando il proprio pane è finito.
Non si sentit ca si morit, ma ca non s'est isperimentau bastante.
Non dispiace tanto il morire, quanto il non avere sperimentato abbastanza.
Non ti fides de santu chi papat.
Non fidarti dei santi che mangiano.
Ocros chi non si 'iden, in biazu s'irmentican.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Ocru 'ocau in furru, non si nde lumenat prus.
D’occhio cavato al forno, non se ne parla più. (l'infortunio nel cuocere il pane, è da dimenticare. Colei che inforna non sta a guardare chi le sta dietro.)
O est de ‘inu o est de tinu.
O sei ubriaco o sei matto.
Omine bagasseri morit pedidore.
Uomo puttaniere muore in miseria.
Omine 'e mala visura, irbrissu 'e soddu.
Uomo malinconico, senza soldi in tasca.
Oro tirat coro.
Oro tira cuore. (la ricchezza facilita l’amore)
Orriu d'ainu non bessit a chelu.
Raglio d'asino non sale al cielo.
Pacu zente bona ‘esta.
Poca gente buona festa.
Padedda grassa fachet lanza sa lassa.
Pentola grassa fa magra l’eredità.
Pane e casu e binu a rasu.
Pane e formaggio e vino abbondante.
Pane e casu, preda e carchina.
Pane e formaggio, pietra e calcina.
Paraulas de cara, non perden amistade.
Le cose dette lealmente, non guastano l'amicizia.
Patire po imbellire.
Patire per migliorare.
Peccadu cuau mesu perdonau.
Peccato nascosto mezzo perdonato.
Pedde mala non be nde morit.
I cattivi non muoiono mai.
Peri s'ocru cheret sa parte sua.
Anche la parte visiva è importante.
Pipios e puddas, caccan su locu.
Bambini e galline sporcano.
Pistala s'aba pista, aba 'it e aba istat.
Pesta l'acqua pesta, acqua era ed acqua resta.
Po 'achere cosa be cheret cosa.
Per fare i soldi servono i soldi.
Po briare cheret a esser in duos.
Per litigare bisogna essere in due.
Po chie l’intendet a paraulas non servit su puntorzu.
Per chi capisce con le parole, non serve la frusta.
Podet durare a chent’annos s’omìne / però sa morte det benner a fine.
L’uomo può durare cento anni però la morte alla fine arriverà.
Po donnia 'emina b'at un'omine.
Per ogni donna c'è un uomo.
Poeta ses, miseru moris.
Sei poeta, morirai in miseria.
Po pacare e po morrere b'at sempere tempus.
Per pagare e morire c'è sempre tempo.
Porcu puliu non be nd'ingrassat.
Senza sporcizia non ingrassa il maiale.
Po su mere si rispetat su cane.
Per il padrone si rispetta il cane.
Preda chi ballat, mai ponet lana.
Pietra che rotola mai avrà licheni. (Se non ci si ferma in un posto, in un lavoro, non si concluderà mai niente.)
Prendemi in manos e in pes e ghetaminche a mesu sos mios.
Legami pure mani e piedi, basta che tu mi getti fra la mia gente.
Prus s'allegat, prus issolorios si narat.
Più si parla, più sciocchezze si dicono.
Pudadura curtza, binnenna longa.
Potatura corta, vendemmia lunga.
Pudda ‘etza brodu saporiu.
Gallina vecchia buon brodo.
Puzone chin non biccat at biccau.
Uccello che non becca ha beccato.
Ricchesa carrarzat peccas.
La ricchezza copre i difetti.
Riu mudu, trazadore.
Fiume muto trasportatore. (fiume cheto acque profonde)
S’omine zustu non timet su male.
L’uomo giusto non teme il male.
S’omine pistrincu non godit ne anzenu nen sù.
L’uomo avaro non gode di nessuna cosa.
Sa cara contat s’omine.
Il viso racconta l’uomo.
Sa coa est sa prus mala a iscorzare.
La coda è la più difficile da scuoiare. (la parte finale è sempre la più difficile)
Sa cosa cota non torrat mai crua.
Ciò che è cotto non ridiventa crudo.
Sa cota 'e su pane est tocà e papà.
La provvista del pane è toccata e mangiata. (dura poco)
Sa cupa mala fachet binu achedu.
La botte cattiva inacidisce il vino.
Sa cussiessia est che-i sos titilìcos, chie la timet e chie nono.
La coscienza è come il solletico, chi la teme e chi no.
Sa domo est minore ma su coro est mannu.
La casa è piccola ma il cuore è grande.
Sa fortuna cheret a la chircare.
La fortuna bisogna cercarla.
Sa mama ‘e sos macos est semper prinza.
La madre dei matti è sempre gravida.
Sa pira crua a bortas che ruet innantis de sa cota.
La pera acerba talvolta cade prima di quella matura.
Sa preìtia morit su preitiosu.
La pigrizia ammazza il pigro.
Sa preda ferit che balla.
La pietra ferisce come la pallottola.
Sa ricchesa cucuzat donnia difetu.
La ricchezza copre ogni difetto.
Sa tita est recreu de su babu e alimentu de su 'izu.
La mammella è diletto del padre e nutrimento del figlio.
Sa trae mantenet sa domo.
La trave sostiene la casa. (l’uomo sostiene la casa)
Sa zustissia noa che 'ocat sa 'etza.
La giustizia nuova scaccia la vecchia.
S'aba curret a mare.
L'acqua scorre verso il mare.
S’aba ‘essit peri a punt’in susu.
L’acqua sale anche in alto.
Sacu boidu no abarrat ritzu.
Sacco vuoto non sta in piedi.
S'ainu 'atut paza, s'ainu si la fratazat.
L'asino porta la paglia, l'asino se la sgranocchia
S'apretu ponet su 'etzu a currere.
La necessità fa correre anche i vecchi.
Sas paraulas juchen alas ma sos facheres arrumban.
Le parole hanno le ali e volano ma le opere rimangono.
Sestat menzus unu macu in domo sua chi non chentu savios in domo anzena.
Decide meglio un matto a casa sua che cento saggi in casa altrui.
Setia sa punta e caccau in ghenna.
Sentito l'impulso e cagato sulla porta. (partito a razzo, senza riflettere)
Si a bint'annos pessas, a baranta messas.
Se ci pensi a vent'anni, a quaranta mieti.
Si cheres chi s'istima si mantenzat / chi unu pratu andet e unu 'enzat.
Se vuoi che l'amore si mantenga, che un piatto vada ed uno venga. (il dare deve seguire il ricevere)
Si cheres perder sa passiessia, fache vocabolarios.
Se vuoi perdere la pazienza compila vocabolari.
S’iscaramentu ‘alet po chentu.
La lezione, il monito, l’esperienza, vale cento volte di più.
Si li das su poddiche si picat totu sa manu.
Se gli dai un dito si prende tutta la mano.
Si narat a murru po l'intendere baiu.
Si dice a bigio perché lo senta baio.
Si narat a socra po lintendere nura.
Si dice alla suocera affinché lo senta la nuora.
Si narat su peccadu ma non su peccadore.
Si dice il peccato non il peccatore.
Si piscat prus chin su mele chi non chin su ‘ele.
Si ottiene più con il miele che con il fiele.
Si prendet su poleddu, inue cheret su mere.
Si lega l'asino dove vuole il padrone.
Si sa manu no lu prendet, sa cussorza ja lu rendet.
Se la mano non lo lega, il terreno renderà.
Si semenas ispinas as a messare tiria.
Se semini spine mieterai rovi.
Si ti carchidat s’ainu no li torres sa carche.
Se l’asino ti dà un calcio non renderglielo.
S'ingannu torrat a s'ingannadore.
L'inganno ritorna all'ingannatore.
S'istupa e-i su 'ocu, che cheren allargu.
La stoppia e il fuoco vanno tenuti lontani.
S'ocru 'e su mere ingrassat su caddu.
L'occhio del padrone ingrassa il cavallo.
Sos annos si contan a su poleddu.
Gli anni si contano all’asino.
Sos bichinos son cantu sos frades.
I vicini sono come fratelli.
Su ‘atu s’at bendiu sa ‘inza po su piscadu.
Il gatto vendette la vigna per il pesce.
Su caccau si nde ridet de su pissau.
Quello che si è cagato addosso, ride di colui che s'è pisciato.
Sos macos imbolan, sos savios collin.
I matti buttano, i saggi raccolgono.
Sos males de pitzinnia bessin in betzesa.
Le malattie di gioventù si sentono nella vecchiaia.
Su bisonzu est babu d'inzenios.
La necessità è madre d'ingegno.
Su bonu pacadore est mere de sa buzacca anzena.
Il buon pagatore è padrone anche della disponibilità altrui.
Su chi ‘achen sos macos, l’acontzan sos savios.
Ciò che fanno i matti correggono i saggi.
Su chi ch’est in sa padedda l’ischit solu sa turudda.
Ciò che sta nella pentola lo sa solo il mestolo.
Su cundimentu menzus est su 'amene.
Il miglior condimento è la fame.
Su currezu fachet s’omine saviu.
La punizione fa l’uomo saggio.
Su dannu peus est a non si sapire.
Il danno peggiore è la non consapevolezza.
Su garriu s'acontzat in caminu.
Il carico si aggiusta durante il viaggio. (le cose si aggiustano col tempo)
Su ‘inare si contat cando est collìu.
Il denaro si conta quando è incassato.
Su ‘inare est fatu po l’ispender.
Il denaro è fatto per essere speso.
Su ‘inare est in buca ‘e medas e buzacca ‘e pacos.
Il denaro è nella bocca di molti e nelle tasche di pochi
Su 'inu debile che 'etat s'omine 'orte.
Il vino leggero atterra l'uomo forte.
Su lande ruet a sa parta.
Le ghiande cadono attorno all'albero. (i figli non differiscono molto dai genitori) (i beni degli avi spettano ai discendenti diretti)
Su laore costat suore.
Il grano costa fatica. (il lavoro in genere)
Su male intrat a cantàres e si ch’andat a untzas.
Il male viene a quintali e va via a once.
Su malu pacadore che-i su rettore.
Il cattivo pagatore, come il parroco. (se non paga gli si sconta dalle decime)
Su morosu pacat sa die de sant'irveta.
Il moroso paga il giorno di sant'aspetta.
Su mundu est de chie lu cheret, su chelu de chie l’accassat.
Il mondo è di chi lo vuole, il cielo di chi lo ottiene.
Su nudda no at cumpanzu.
Il nulla non ha compagno.
Su 'oe narat corrudu a s'ainu.
Il bue dice cornuto all'asino.
Su pane de 'omare Luchianna est semper prus saporiu.
Il pane di comare Lucia Anna è sempre più saporito.
Su poveru acatat s'ossu in sa frissura.
Il povero trova l'osso nella corata.
Su Re tenet su lepore a carru.
Il Re caccia le lepri dal carro.
Suspiru ‘e coro mancamentu d’oro.
Sospiro di cuore, perdita d’oro.
Su tempus at a essere mastru.
Il tempo insegnerà.
Su travallu bocat a campu su mastru.
L’opera presenta il maestro.
Su tropu istropiat.
Il troppo stroppia.
Su tropu mandicare guastat su capitale.
Il troppo mangiare guasta il cuscino. ( lo stomaco)
Su vae imbonora no l'at siziu mai nessunu.
L'arrivederci non l'ha raggiunto mai nessuno.
Su vissiu cumandat su zudissiu.
Il vizio rende schiavi.
Su zustu po totu, sa resone po nemos.
Il giusto per tutti, la ragione a nessuno.
Tempos bendene mertzes.
Tempi vendono merci. (il tempo è denaro)
Time su miseru, non su mandrone.
Temi l'inetto non il fannullone.
Tita ‘e costa, late ‘e sustassia.
Mammella piccola, latte sostanzioso.
Tirà sa dente passau su dolore.
Tolto il dente passato il dolore.
Totu sos lepores non si poden sizire.
Tutte le lepri non si possono inseguire. (non si possono fare tante cose contemporaneamente)
Totu su lassau est perdiu.
Tutto ciò che si lascia è perduto.
Tra corvu e corvu non si che 'ocan s'ocru.
Fra corvo e corvo non ci sono beccate.
Tricu 'etau in martu / non det facher tant'artu.
Grano seminato a marzo, non sarà molto alto.
Trista sa domo chene ‘arva bianca.
Sciagurata la casa senza barba bianca. (senza una guida saggia, anziana)
Trista sa domo inue b'at mandronia.
Povera la casa dove l'ozio è padrone.
Trista s'arzola chi timet sa fromica.
Povera l’aia che teme la formica.
Tristu chie irvetat merenda dae dom’anzena.
Sventurato colui che aspetta il pranzo dalla casa di altri.
Tristu chie no imbetzit.
Sventurato colui che non invecchia.
Triulas depidore, Austu pacadore.
Luglio debitore, Agosto pagatore.
Tzapu ruinau mere mandrone.
Zappa rugginosa padrone inoperoso.
Una mama che pesat deche 'izos ma deche 'izos non che pesan una mama.
Una madre nutre dieci figli, ma dieci figli non riescono a mantenere una madre.
Una manu lavat s'atera e ambas lavan sa cara.
Una mano lava l'altra ed entrambe lavano il viso.
Una nuche in su sacu, non fachet sonu.
Una noce nel sacco non fa rumore.
Unu brinchiu dechet in mesu su ballu.
Un salto sta bene in mezzo al ballo.
Unu contu si ‘achet s’ainu un’ateru su mere.
Un conto fa l’asino, un altro il padrone.
Unu corfu a su ‘erru e unu a s’incudine.
Un colpo al ferro ed uno all’incudine. ( un po’ per uno)
Zente cun zente, fa e lardu.
I simili stanno bene fra loro come le fave col lardo.


S'acunnortu
La consolazione


Chie no at fortuna non si peset chito.
Chi non ha fortuna, non si dia tanto da fare.
Chie no at irballau no est naschiu.
Chi non ha sbagliato non è mai nato.
Chie no l'at in palas l'at in coddos.
Chi non ha difetti da una parte, ce li ha dall'altra.
Chie non benit non si ch'andat.
Chi non viene non se ne va.
Menzus a caddu a s'ainu sù chi no a caddu a unu caddu anzenu.
Meglio cavalcare il proprio somaro che cavalcare uno stallone altrui.
Menzus caddu topu chi non mortu.
Meglio un cavallo zoppo piuttosto che morto.
Menzus fizu de sorte chi non fizu de riccu.
Meglio figlio della fortuna che figlio di ricco.
Menzus pacu chi non nudda.
Meglio poco che niente.
Menzus pacu oje e cras, chi non meda oje e cras nudda.
Meglio poco oggi e domani, piuttosto che molto oggi e domani niente.
Menzus poveru chi non faularzu.
Meglio povero che bugiardo.
Menzus solu chi non male accumpanzau.
Meglio solo che male accompagnato.
Non b'at male chi non torrat in bene.
Non c'è male che non ridiventi bene.
Non be naschit fizu chene pane, nen puzone chene granu.
Non nasce figlio senza pane né uccello senza i suoi chicchi.
Non be nd'at maladia chi non sanat.
Non esiste malattia che non guarisce.
Non be nd'at pedde chen'izare.
Non esiste pelle senza inguine.
Non totu sos anzones son po sos matzones.
Non tutti gli agnelli sono per le volpi.
Omine bassu, bertula longa.
Uomo basso bisaccia lunga. (lungo pene)
Pacu zente, bona 'esta.
Poca gente buona festa.
Pasca martale annada 'e pane.
Pasqua di Marzo annata di pane.
Peccadu cuau, mesu perdonau.
Peccato occultato, mezzo perdonato.
Perdonare est saviesa, irmenticare est macheine.
Perdonare è saggio, dimenticare è follia.
Peta niedda, brodu saporiu.
Carne nera, brodo saporito.
Poveresa no est vilesa.
Povertà non è meschinità.
Sa bellesa non fachet domo.
La bellezza non arricchisce la casa.
Sa bellesa s'apicat a su muru.
La bellezza si appende al muro. (serve a poco)
Sa 'entre siat prena, de paza o d'arena.
Lo stomaco sia pieno di questo o di quello.
Sa die ‘ona si ‘idet dae su manzanu.
Il buon giorno si vede dal mattino.
Solu po sa morte non b'at remediu.
Solo per la morte non c'è soluzione.
S’omine non si medit a pramos.
L’uomo non si misura a palmi.
Su 'inare andat e benit.
I soldi vanno e vengono.
Su mandrone si mirat sas betzas, su poeta sos isteddos.
Il fannullone contempla le scintille, il poeta le stelle.
Su sole luchet po totu.
Il sole risplende per tutti.
Tapulande pedde e sola, su tempus si che colat.
Rammendando pelle e cuoio il tempo passa.
Tapulande su pannu, si che colat s'annu.
Rammendando il panno, trascorre l'anno.
Tristu e misèru chie corcat solu.
Sciagurato chi dorme da solo.


Su malinnu
Il maligno


A balla Deu t'acchicchet.
Possa spararti Dio.
A omine devotu no li creas totu.
All’uomo devoto non credere tutto.
Ancu andes che-i su 'umu.
Che tu possa andare come il fumo.
Ancu andes in aeras de 'olare.
Che tu possa andare volando.
Ancu sias orulau.
Che tu possa essere orlato.
Ancu ti 'alet unu coete.
Che ti possa colpire un razzo. (fuoco artificiale)
Ancu ti cojues e male incapes.
Che tu possa sposarti ed incappare male.
Ancu ti colet sa pesta.
Peste ti colga.
Ancu ti 'eten a su putu 'e sos ancaros.
Che ti buttino nel pozzo dei ganci
Ancu ti laven sas mundas.
Possano lavarti quelle che lavano i morti.
Ancu ti laven sos adressos.
Possano lavarti l'intestino.
Ancu ti ponzan a sicare che-i sa 'icu.
Possano metterti a seccare come i fichi.
Ancu t'aperzas che-i sa granada.
Possa aprirti come la melagrana.
Ancu ti si seat su passalitortu.
Ti si possa posare il succiacapre. (che tu possa andare da una sventura all’altra)
Ancu t'uchian a balla.
Possano spararti.
Ancu t’uchiat su sole.
Possa ucciderti il sole.
Andet su tempus comente sa pruvera.
Vada il tempo come la polvere da sparo.
Bae a galera.
Vai in galera.
Bae a su corru mannu 'e sa 'urca.
Vai e impiccati.
Bae e cacca a mare.
Va' e caga nel mare.
Bae e allueti in d-unu caddu 'e 'ocu.
Va' e brucia in un cavallo di fuoco. (una fiammata)
Bae e poneti a modde.
Vai e mettiti a mollo.
Baetiche e torra cando ses turpu.
Vattene e ritorna quando sarai cieco.
Brutu chi non ses ateru.
Sporcaccione che tu sei.
Ca li mancat males de morrere.
Eppure ne avrebbe mali da morire.
Chie est su mortu? / Juanni Mele / Chie l'at mortu? / Sa muzere. / E chin ghite? / chin sa turudda. / Callia callia ca non b'at nudda.
Chi è morto? / Juanni Mele / Chi lo ha ucciso? / La consorte. / Con che cosa? / Con il mestolo. / Beh! Allora non è grave.
Diaulos allutos in focu.
Diavoli infuocati.
Diaulu in cantos letos ses corcau.
Maledetti tutti i letti ove dormisti.
Diaulu su 'istu sias.
Maledizione a quando ti vidi.
Diaulu su santu chi t'at fatu.
Maledizione al santo che ti fece.
Diaulu ti che manimundet.
Il demonio ti porti via.
Est grae che anima 'e preide.
È pesante come anima di prete.
Finia sa 'esta, futiu su santu.
Finita la festa gabbato il santo.
Gasi si 'idat biu, 'asi.
Allo stesso modo possa egli vedersi vivo. (possa morire)
Gasi nde cacchet cras, cantu mi nd'at dau.
Possa cagarne domani, così poco come me ne diede. (gli si possa bloccare l'intestino)
Illumbau chi sias.
Possa tu slombarti.
Ispiantau che bagassa in chida santa.
Spiantato come una puttana in settimana santa.
Ispiritu de virdiolu chi bufes.
Che tu possa bere vetriolo.
Ista diaulu mì!...
Sta attento diavolo.
Mai in sa vida si nde messet.
Mai nella vita se ne mieta.
Mai male s'iscat e peus si nd'esistat.
Mai male si conosca, e peggiori ne esistano.
Mai santu sole si nde torret a bidere.
Mai santo sole si riveda. (possa non esistere più)
Mai si nde messet
Mai se ne mieta.
Mala sorte chi l'alluat.
Mala sorte che lo incenerisca.
Malas santas dies.
Pessimi santi giorni.
Male chi non ti connoscas.
Malattia che ti renda incosciente.
Maleitu e binu, francu su 'e sa missa.
Maledetto il vino, salvo quello della messa.
Maleitu s'inimicu de s'iferru.
Maledetto il nemico dell'inferno.
Maleita s'ora chi m'est benniu a conca.
Maledetta l'ora in cui mi venne in mente.
Maleitu su puliche inchietu, chi non lassat sa zente a reposare.
Maledetta la pulce irrequieta che non lascia le persone riposare.
Maleitu su boja siat.
Maledetto il boia.
Mancari andes e non torres.
Che tu possa andare e non fare ritorno.
Papa deos e cacca diaulos.
Mangia Dei e caga demoni.
Paret bessiu dae s'ungrone 'e s'iferru.
Pare uscito dalla parte più profonda dell'inferno.
Paret ca be son totucantos sos dimonios.
Pare che ci siano tutti quanti i demoni.
Paret un'ifrennale.
Pare un demonio.
Paret su diauleddu in careta.
Pare il demonio con la cuffia.
Paret ca l'an ghetau s'iscuminica.
Sembra che l'abbiano scomunicato.
Paret ca l'at fatu su bistoccu a su dimoniu.
Pare che abbia fatto il biscotto al demonio.
Paret fachende sa ruche a manu manca.
Pare che faccia la croce con la mano sinistra.
Paret incumandau dae su diaulu.
Pare raccomandato dal diavolo.
Paret sa teraca 'e s'iscuminica.
Pare la serva della scomunica.
Raju be 'alet in sa Baronia, chi ch'isperdat sa sindria e su melone.
Folgore cada nella Baronia e distrugga l'anguria ed il melone.
Rosarios in dente, diaulos in brente.
Rosari sulla lingua, demoni in pancia.
Sa limba pipedda chi t'essat.
Ti si possa infiammare la lingua.
Sa limba sica chi jucas.
Ti si possa seccare la lingua.
Sa zustissia ti pregonet.
La giustizia ti inquisisca.
S'aba santa a furcone chi ti 'eten.
L'acqua santa col forcone ti spruzzino.
Saccheta 'e corros.
Sacco di corna. (gran cornuto)
Sas galias chi ti ch’anden.
Ti si stacchino le unghie. (le ungule)
Sas manos sicas chi jucas.
Ti si secchino le mani.
Sas piperas chi ti tochen.
Ti tocchino le vipere.
Si cheret Deu e sos carabineris.
Se vuole Dio e i carabinieri.
Si s'ocru fit istau balla, fin istaos totu mortos.
Se l'occhio fosse pallottola, sarebbero tutti morti.
Sos adressos chi ti che 'alen.
Che ti cada l'intestino.
Sos berbos chi ti nian.
Possano farti un sortilegio.
Su Boboi si mi collat.
Lo spauracchio possa prendermi. (la morte)
Su corvu chi ti si 'aset.
Possa baciarti il corvo.
Su diaulu fachet sas padeddas ma non sos copertores.
Il diavolo fa le pentole ma non pensa a fare i coperchi.
Su diaulu ti che manimundet.
Il diavolo ti spazzi via.
Su priucu a pore ti si ponzat.
Possa invaderti un esercito di pidocchi.
Ti lu dao jeo s'ou cotu.
Te lo do io l'uovo cotto.
Tirat prus ungra 'e carre chi non Santu Juanni.
Tira più un'unghia di carne viva che San Giovanni.
T'irganno a un'ampulla.
Ti scanno dentro una bottiglia.
T'istrumpo che catzeddu.
Ti sbatto per terra come un cucciolo di cane.
Umbra de 'icu ti corfet.
Ombra di fico ti colpisca.
Umbra mala 'idas.
Ombra maligna ti appaia.
Umbrìu sias.
Terrore ti colga.
Zocaebos a istoccadas.
Pugnalatevi.